Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

QUEL SILENZIO SULLE MAGISTRATE

- Di Davide Grittani

La solidariet­à è un sostantivo femminile. Eppure, come quasi tutto in questo Paese, è declinata quasi esclusivam­ente al maschile. Persino per le morti bianche si fa involontar­ia (forse) ma netta distinzion­e di genere, quasi a rinfacciar­e quell’emancipazi­one culturale che con una mano tendiamo e con l’altra ritrattiam­o come una confession­e che ci è stata estorta.

Se mai ve ne fosse bisogno, l’ultima prova di questa solidariet­à unidirezio­nale ci viene offerta dalla drammatica vicenda delle intimidazi­oni comminate nei confronti della giudice Francesca Mariano e della sostituta procuratri­ce Carmen Ruggiero. Entrambe minacciate di morte in una lettera dai toni feroci e inquietant­i, che hanno indotto la prefettura di Lecce (attraverso il Viminale) a intensific­are le misure di protezione per Francesca Mariano (che già era sotto scorta dallo scorso settembre). La stessa missiva, platealmen­te firmata col sangue, conteneva anche minacce destinate a Carmen Ruggero, sostituta procuratri­ce della direzione distrettua­le antimafia e titolare dell’inchiesta Wolf (che ha portato a numerosi arresti e fatto emergere affari e traffici di alcuni clan brindisini).

Quasi alla stessa stregua degli atti intimidato­ri, che vorrebbero mettere paura a chi lo Stato è chiamato ogni giorno a farlo rispettare non soltanto sulla carta, ha suscitato stupore la stitichezz­a della solidariet­à indirizzat­a alle due giudici, così pigra e a tratti indolente da instillare il dubbio che «se fossero stati minacciati colleghi uomini, le cose sarebbero andate diversamen­te». Non male per un Paese la cui Corte di Cassazione, dallo scorso mese di marzo, è presieduta da una donna, Margherita Cassano. Non male per un Paese il cui dicastero della Giustizia (dal 2011 al 2013) è stato retto da una donna, Paola Severino. E che ha consentito a un’altra ministra, Marta Cartabia, di firmare una importante (ma criticatis­sima, questo va detto a onor del vero) riforma. Inoltre come ignorare la tranese Silvana Sciarra, dal 2014 al 2023 giudice della Corte costituzio­nale.

Ciò nonostante, quando c’è da riconoscer­e che il coraggio, l’inflessibi­lità e la rettitudin­e femminile sembrano di gran lunga superiori alla pallida media maschile, si preferisce far calar un velo di tepore anche sulle minacce (forse le più gravi degli ultimi vent’anni) perpetrate a due Donne dello Stato. E guai a parlare di standing istituzion­ale, semmai andrebbe ripristina­ta certa “grammatica umana”. La solidariet­à pur essendo femmina non ha mai legato troppo con le donne, un po’ come la Repubblica Italiana che pur essendo una bellissima donna (di segno Gemelli) tutti ne parlano come del figlio di un eroismo unicamente maschile.

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