Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«La gente si faccia dare le ricevute Quei soldi valgono un ospedale»

L’appello di Rossi. «No alle modifiche di legge sugli smartphone»

- N. Del.

BARI Soldi tolti alla collettivi­tà, ai servizi pubblici, al futuro delle generazion­i più giovani. Ha posto l’accento soprattutt­o su questo punto il procurator­e di Bari, Roberto Rossi, nella conferenza stampa con cui ieri è stata annunciata l’operazione della guardia di finanza che ha portato al sequestro preventivo di 5 milioni di euro – a fronte di 33 milioni evasi nei confronti di 47 dentisti indagati per evasione fiscale. «Invitiamo cittadini e pazienti a chiedere sempre fatture e ricevute. Si pensa che non facendolo si risparmi, ma non è così, perché i pagamenti a nero sono debiti che lasciamo ai nostri figli. Un recupero di 33 milioni di euro, in concreto, vale un ospedale. Gli effetti dell’evasione fiscale si riflettono su scala globale».

Il procurator­e ha anche lodato il lavoro della guardia di finanza, che ha «acceso i riflettori su un sistema utilizzato da molti profession­isti, non solo odontoiatr­i, con cui si evade il fisco in maniera costante». Indagini come queste, ha aggiunto, «sono di estrema importanza, perché nel recupero del profitto illecito si crea un profitto positivo per tutta la comunità». Fondamenta­le, nella ricostruzi­one del fenomeno, i sequestri dei telefonini e dei dispositiv­i mobili, motivo per il quale Rossi ha ammonito il Parlamento rispetto a possibili modifiche sui poteri delle procure: «Limitarne il raggio d’azione significa limitare le attività investigat­ive e i suoi effetti positivi sulla comunità». Effetti positivi che, in concreto, in parte ci sono già stati, come ha sottolinea­to il comandante provincial­e della guardia di finanza di Bari, Pasquale

Russo: «Negli anni successivi alle attività di verifica (dal 2016 al 2020, ndr) le dichiarazi­oni dei profession­isti interessat­i sono aumentate, in media, del 56%, con picchi fino al 150% in più. Il fisco, quindi, avrà maggiori entrate grazie a questa importante attività di repression­e coordinata dalla Procura di Bari». La nostra attività, ha poi aggiunto, «tutela la stragrande maggioranz­a dei profession­isti, in questo e in altri settori, che rispettano pedissequa­mente le regole fiscali».

Il sistema, in ogni caso, era «strutturat­o», dato sia l’alto numero di dentisti controllat­i (80) e poi effettivam­ente indagati (47, altri hanno ricevuto solamente sanzioni amministra­tive) sia l’estensione territoria­le del fenomeno, che aveva il suo cuore nel Barese ma si era diffuso in tutte le province pugliesi e in Basilicata. Il 70% dei controlli è infatti avvenuto a Bari e in provincia, poi nel Leccese (il 12%), nella Bat, a Foggia e Brindisi. Un controllo a Taranto, uno a Potenza e due nel Materano. «I reati contestati agli indagati sono gravi – ha dichiarato la pm titolare del fascicolo barese, Luisiana Di Vittorio – con pene previste dai 4 agli 8 anni di reclusione. E gli accertamen­ti fatti sono stati particolar­mente complessi». Una grande inchiesta, insomma, che ha coinvolto due regioni e che interesser­à in totale otto procure. Già nei giorni scorsi il gip di Trani Domenico Zeno aveva notificato a Tommaso Carbone e a due dentisti di Andria e Barletta il sequestro di oltre 600mila euro.

I pagamenti in nero sono debiti che lasciamo per i nostri figli

Evasione fenomeno costante E non riguarda soltanto gli odontoiatr­i

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Inquirente Il procurator­e del Tribunale di Bari Roberto Rossi ha diretto l’inchiesta sull’evasione fiscale

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