Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
UN REBUS DI NOME COSTASUD
I dibattiti del Corriere Gli incentivi aiuterebbero a prevenire le morti sul lavoro ed a creare un hub di legalità
Èpossibile realizzare un progetto di riqualificazione urbana al di fuori di una visione ampia delle scelte urbanistiche per Bari? È possibile realizzarlo come anticipazione di quella visione, che si dovrebbe tradurre in un Piano urbanistico generale (Pug) la cui formazione ed approvazione segue un percorso di coinvolgimento della cittadinanza e delle assise istituzionali e politiche individuate dalla legge? Ed ancora, è possibile che questo progetto venga realizzato innescando conflitti a cui è difficile sottrarsi, pur con tutta la buona volontà dimostrata ampiamente dalla manifestata disponibilità dei proprietari a cedere i suoli? Quanto appena detto sembra sia ciò che sta succedendo al progetto CostaSud a Bari, a pochi mesi dalle elezioni amministrative. CostaSud è un cosiddetto progetto anticipatore del Pug mai adottato e mai approvato, il cui unico atto politicoamministrativo, della sola giunta comunale, è il Documento programmatico preliminare (Dpp) del 2015. Ma il Pug non è mai approdato nelle Commissioni consiliari e in Consiglio comunale. Tuttavia, CostaSud - emanazione progettuale del Dpp per la quale lo stesso Consiglio comunale è stato coinvolto a fatto compiuto -, con il suo Piano Urbanistico Esecutivo in variante al vigente Prg, è andato avanti ed arriva in vista della sua realizzazione con grandi interrogativi. Sottratto al dibattito pubblico delle procedure di valutazione ambientale strategica e di valutazione di impatto ambientale, CostaSud mette assieme più cose.
Uno studio condotto dall’Inail nel 2018 insieme ad Accredia e Aicq (Associazione italiana cultura qualità) ha rilevato che nelle imprese certificate che hanno adottato un Mog (Modello organizzazione gestione) si verificano il 16% in meno di infortuni rispetto alle aziende non certificate, e quando si verifica un infortunio, nel 40% dei casi è di minore gravità.
I benefici derivanti dall’implementazione e dall’utilizzo dei modelli di organizzazione e di gestione sono molteplici: si va dalla riduzione dei costi derivanti da incidenti, infortuni e malattie professionali, all’aumento dell’efficienza e della prestazione di impresa.
L’Inail, infatti, riconosce l’importanza dei suddetti strumenti e sostiene la diffusione dei Mog attraverso incentivi a fondo perduto dei bandi Isi e sconti sul premio assicurativo (OT23), di cui possono usufruire le imprese che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in aggiunta a quelli minimi previsti dalla legge.
La sicurezza sui luoghi di lavoro rimane comunque un tema centrale: il numero degli infortuni, infatti, si conferma ancora molto elevato: gli infortuni denunciati nel 2022 sono stati 697.773.
Il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro, Dlgs. n. 81 del 2008, e il Dlgs. n. 231 del 2001 (la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica), e s.m.i., hanno rappresentato un passo deciso nella normativa di riferimento.
In particolare, il sistema dell’accreditamento e della certificazione rappresenta un fattore chiave per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
La norma Uni Iso 45001 del 2018, ad esempio, rappresenta uno strumento efficace per assistere le imprese nello sviluppo e nell’implementazione di un sistema di gestione in tale ambito.
Pertanto, al fine di promuovere, valorizzare e implementare l’adozione della certificazione, dei modelli di organizzazione e di gestione ex art. 30 Dlgs. n. 81 del 2008, sono necessari interventi normativi importanti e diretti alle imprese in base ad un principio di premialità, affinché si possa garantire una maggiore tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e ridurre in maniera significativa il numero di infortuni.
È necessario introdurre un sistema di incentivi e agevolazioni pubbliche per sostenere le spese consulenziali a carico delle aziende, per favorire i comportamenti virtuosi in tema di salute e sicurezza sul lavoro, nonché per far fronte alle spese previste per la certificazione dei sistemi di gestione.
Nello specifico, è necessario supportare tutti i costi relativi agli adempimenti degli obblighi giuridici previsti per i modelli organizzativi e di gestione idonei ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa di cui al dlgs. n. 231 del 2001. Si dovranno finanziare, quindi, tutte le fasi previste per la certificazione (dalla pianificazione al riesame).
La sfida principale è quella di adottare un sistema economico ontologicamente più sano e creare una abitudine alla procedimentalizzazione della propria organizzazione da attuare con procedure chiare, nette e trasparenti. Questo nuovo approccio porterebbe a compiere un grande passo in avanti, un cambiamento di prospettiva, culturale, che mette al centro l’impresa, la meritocrazia, e l’investimento nella prevenzione.
La sinergia tra il mondo delle imprese e la pubblica amministrazione, lo scambio di buone pratiche, l’efficienza premiata, l’investimento e non il costo, il confronto tra gli attori coinvolti in un laboratorio di legalità, possono rappresentare la ricetta corretta per la crescita delle aziende, del territorio, del Mezzogiorno, del nostro Paese.