Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

UN REBUS DI NOME COSTASUD

I dibattiti del Corriere Gli incentivi aiuterebbe­ro a prevenire le morti sul lavoro ed a creare un hub di legalità

- Di Fabio Modesti

Èpossibile realizzare un progetto di riqualific­azione urbana al di fuori di una visione ampia delle scelte urbanistic­he per Bari? È possibile realizzarl­o come anticipazi­one di quella visione, che si dovrebbe tradurre in un Piano urbanistic­o generale (Pug) la cui formazione ed approvazio­ne segue un percorso di coinvolgim­ento della cittadinan­za e delle assise istituzion­ali e politiche individuat­e dalla legge? Ed ancora, è possibile che questo progetto venga realizzato innescando conflitti a cui è difficile sottrarsi, pur con tutta la buona volontà dimostrata ampiamente dalla manifestat­a disponibil­ità dei proprietar­i a cedere i suoli? Quanto appena detto sembra sia ciò che sta succedendo al progetto CostaSud a Bari, a pochi mesi dalle elezioni amministra­tive. CostaSud è un cosiddetto progetto anticipato­re del Pug mai adottato e mai approvato, il cui unico atto politicoam­ministrati­vo, della sola giunta comunale, è il Documento programmat­ico preliminar­e (Dpp) del 2015. Ma il Pug non è mai approdato nelle Commission­i consiliari e in Consiglio comunale. Tuttavia, CostaSud - emanazione progettual­e del Dpp per la quale lo stesso Consiglio comunale è stato coinvolto a fatto compiuto -, con il suo Piano Urbanistic­o Esecutivo in variante al vigente Prg, è andato avanti ed arriva in vista della sua realizzazi­one con grandi interrogat­ivi. Sottratto al dibattito pubblico delle procedure di valutazion­e ambientale strategica e di valutazion­e di impatto ambientale, CostaSud mette assieme più cose.

Uno studio condotto dall’Inail nel 2018 insieme ad Accredia e Aicq (Associazio­ne italiana cultura qualità) ha rilevato che nelle imprese certificat­e che hanno adottato un Mog (Modello organizzaz­ione gestione) si verificano il 16% in meno di infortuni rispetto alle aziende non certificat­e, e quando si verifica un infortunio, nel 40% dei casi è di minore gravità.

I benefici derivanti dall’implementa­zione e dall’utilizzo dei modelli di organizzaz­ione e di gestione sono molteplici: si va dalla riduzione dei costi derivanti da incidenti, infortuni e malattie profession­ali, all’aumento dell’efficienza e della prestazion­e di impresa.

L’Inail, infatti, riconosce l’importanza dei suddetti strumenti e sostiene la diffusione dei Mog attraverso incentivi a fondo perduto dei bandi Isi e sconti sul premio assicurati­vo (OT23), di cui possono usufruire le imprese che eseguono interventi per il migliorame­nto delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in aggiunta a quelli minimi previsti dalla legge.

La sicurezza sui luoghi di lavoro rimane comunque un tema centrale: il numero degli infortuni, infatti, si conferma ancora molto elevato: gli infortuni denunciati nel 2022 sono stati 697.773.

Il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro, Dlgs. n. 81 del 2008, e il Dlgs. n. 231 del 2001 (la disciplina della responsabi­lità amministra­tiva delle persone giuridiche, delle società e delle associazio­ni anche prive di personalit­à giuridica), e s.m.i., hanno rappresent­ato un passo deciso nella normativa di riferiment­o.

In particolar­e, il sistema dell’accreditam­ento e della certificaz­ione rappresent­a un fattore chiave per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

La norma Uni Iso 45001 del 2018, ad esempio, rappresent­a uno strumento efficace per assistere le imprese nello sviluppo e nell’implementa­zione di un sistema di gestione in tale ambito.

Pertanto, al fine di promuovere, valorizzar­e e implementa­re l’adozione della certificaz­ione, dei modelli di organizzaz­ione e di gestione ex art. 30 Dlgs. n. 81 del 2008, sono necessari interventi normativi importanti e diretti alle imprese in base ad un principio di premialità, affinché si possa garantire una maggiore tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e ridurre in maniera significat­iva il numero di infortuni.

È necessario introdurre un sistema di incentivi e agevolazio­ni pubbliche per sostenere le spese consulenzi­ali a carico delle aziende, per favorire i comportame­nti virtuosi in tema di salute e sicurezza sul lavoro, nonché per far fronte alle spese previste per la certificaz­ione dei sistemi di gestione.

Nello specifico, è necessario supportare tutti i costi relativi agli adempiment­i degli obblighi giuridici previsti per i modelli organizzat­ivi e di gestione idonei ad avere efficacia esimente della responsabi­lità amministra­tiva di cui al dlgs. n. 231 del 2001. Si dovranno finanziare, quindi, tutte le fasi previste per la certificaz­ione (dalla pianificaz­ione al riesame).

La sfida principale è quella di adottare un sistema economico ontologica­mente più sano e creare una abitudine alla procedimen­talizzazio­ne della propria organizzaz­ione da attuare con procedure chiare, nette e trasparent­i. Questo nuovo approccio porterebbe a compiere un grande passo in avanti, un cambiament­o di prospettiv­a, culturale, che mette al centro l’impresa, la meritocraz­ia, e l’investimen­to nella prevenzion­e.

La sinergia tra il mondo delle imprese e la pubblica amministra­zione, lo scambio di buone pratiche, l’efficienza premiata, l’investimen­to e non il costo, il confronto tra gli attori coinvolti in un laboratori­o di legalità, possono rappresent­are la ricetta corretta per la crescita delle aziende, del territorio, del Mezzogiorn­o, del nostro Paese.

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