Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Corte dei Conti, via all’anno giudiziario Scandali e spese pazze: sanità nel mirino
Sotto accusa anche il sistema delle opere pubbliche: «Bisogna vigilare»
Riflettori puntati su sanità e sulle opere pubbliche, soprattutto in quest’ultima fase di esecuzione dei lavori finanziati con i fondi del Pnrr, in scadenza nel 2026. Amministratori pubblici poco propensi a segnalare le irregolarità commesse dai colleghi, nonostante gli obblighi previsti dalla legge. E difficoltà nel perseguire direttamente i pubblici ufficiali infedeli sulla base delle riforme volute dal governo. Sono questi i punti fondamentali su cui è ruotata ieri l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti pugliese. Dopo l’introduzione del presidente della sezione giurisdizionale Pasquale Daddabbo, che ha ricordato le sentenze di condanna nei confronti di chi, «invece di svolgere la propria attività per migliorare le prestazioni fornite ai cittadini per tutelare la salute pubblica, indirizza il proprio agire al perseguimento di scopi illeciti e profitti personali», è toccato alla procuratrice generale Carmela de Gennaro. «Grazie ai fondi del Pnrr le opere pubbliche in cantiere sono tantissime e bisogna vigilare», ha detto, prima di sottolineare come, nella sanità, «la spesa sia quasi fuori controllo. Ci sono grandi criticità e bisogna stare attenti a come viene gestita».
Problematiche inquadrate in un contesto non semplice per la magistratura contabile, vittima della «reticenza» degli amministratori nel segnalare le criticità: «Le informazioni ci arrivano soprattutto dalle Procure ordinarie e dalla stampa, spesso più informata di noi. Eppure il codice di giustizia contabile prevede l’obbligo di segnalazione e, per farlo, basta una pec».
A limitare il compito della Corte dei conti ci sarebbero anche le riforme volute dal governo, che intende rendere perseguibili solo gli amministratori pubblici che abbiano volutamente commesso dei reati, non quelli che si siano macchiati di «colpa grave». «Un gravissimo errore del ministro Fitto», ha detto il presidente Emiliano a margine dell’evento.
Proprio Emiliano si è poi soffermato su un tema che incrocia sanità, Corte dei conti e indagini penali, ovvero quello dell’ospedale Covid in Fiera del Levante. Sulla struttura pendono attualmente due indagini, una penale (sull’affidamento dei lavori e sui 25 milioni spesi per realizzarla) e una contabile, sui presunti sprechi sugli affitti che la Regione pagherebbe alla Fiera nonostante l’ospedale sia deserto da tempo. Dopo aver ricordato che «non ci sono novità» su nessuna delle due indagini, Emiliano ha detto che l’ospedale «non è stato smantellato, e in futuro verrà utilizzato per fiere biomediche». In caso di emergenza, però, «potrà essere riallestito nel giro di 72 ore».
Nel filone penale, oltre Lerario, è indagato l’ex rup della Regione Antonio Mercurio (coinvolto anche in un’altra vicenda di appalti) e Domenico Barozzi della Cobar, legale rappresentante dell’azienda che ha ottenuto l’appalto per l’ospedale.