Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’offshore penalizza la pesca, è polemica
I sindacati chiedono la tutela dell’ecosistema. E adesso la Regione corre ai ripari
Iparchi eolici offshore galleggianti sono tra le soluzioni più promettenti per allargare la quota delle rinnovabili nel mix energetico. Prima, però, da più parti si sollecita un piano per conciliare questa attività con le altre del mare. Lo chiede anche Antonio Gagliardi, segretario generale di Flai Cgil Puglia: «La pesca - riferisce - si sente minacciata anche dal business dei parchi eolici offshore, nei quali è interdetta. In Puglia il comparto conta poco meno di 4 mila addetti, il 62% nella piccola pesca. La flotta pugliese è il 12% del totale nazionale e il 23% di quella a strascico italiana. Oggi nel Paese ci sono 73 richieste di concessione per impianti offshore. In Puglia se ne sono autorizzati tre, a Tricase, Manfredonia e Taranto. Si ripropone il dilemma ambiente-lavoro. Sta alla politica trovare il giusto equilibrio. Ma tace».
In materia, l’Italia ha recepito, in forte ritardo, una direttiva europea del 2014. Ora, chiuse le consultazioni, il piano di gestione dello spazio marittimo (Msp) è al vaglio della Commissione Via. Il Msp, secondo la ricerca del biologo marino Franco Andaloro, commissionata da Flai nazionale con Mipaf, può salvaguardare e sviluppare in modo sostenibile la pesca artigianale ma finora ha consultato poco i pescatori né ha considerato le fattorie eoliche offshore. Anzi, molte hanno chiesto autorizzazioni proprio in aree a forte vocazione di pesca.
Su quest’ultima, poi, pesano pure le norme europee (tese a dare tregua alla fauna o a rigenerarla, ad esempio limitando lo strascico) e riscaldamento globale e inquinamento (causa di mari sempre meno pescosi). Un assedio, secondo Andaloro, che minaccia un comparto già in crisi da un decennio, con imbarcazioni, occupati e fatturati in costante calo. «E, pur essendo afflitto da tante malattie professionali - dice Gagliardi -, a differenza di altri settori non può contare sul testo unico sulla sicurezza ed è privo di un welfare. Lo denunciamo da anni». «Stiamo lavorando contro queste storture – replica Donato Pentassuglia, assessore regionale Agricoltura e Pesca –, così come per riconoscere al settore un welfare e, con l’Assessorato al Lavoro, per qualificare imprese e favorire innovazione. Al nostro tavolo sulla pesca la Cgil c’è. Stiamo ragionando bene con tutti perché la nuova programmazione Feampa (quasi chiusa la trattativa a Roma) preveda misure da usare più velocemente, appieno e in tempi più certi. Dobbiamo puntare sui giovani e su più soluzioni, come acquacoltura, ittiturismo e pescaturismo. Le risorse ci sono, anche del Pnrr se tutti rispetteranno i tempi». Non si profilano brevi i tempi per un tavolo regionale inter-assessorile (guidato dallo Sviluppo economico) su offshore e rinnovabili. «E anche qui, come a Roma - lamenta Gagliardi –, non coinvolti territori, parti sociali e pescatori».