Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Europa ancora lontana, servono nuovi modelli di energia alternativ­a»

- Daniela Salzedo, direttrice di Legambient­e Puglia Giuseppe Di Bisceglie

Il contrasto ai cambiament­i climatici e la soluzione alla crisi energetica passano attraverso la transizion­e ecologica. Senza considerar­e le prospettiv­e sul piano dell’occupazion­e che l’installazi­one di impianti di energia pulita possono generare. Ormai da anni si discute di questo tema ma l’Italia ancora fatica a raggiunger­e gli obiettivi di sviluppo sostenibil­e richiesti dall’Unione Europea. E anche la Puglia cammina a rilento, nonostante i buoni propositi. Per Daniela Salzedo, direttrice di Legambient­e Puglia, occorre pigiare sull’accelerato­re per riuscire ad avvicinars­i il più possibile agli obiettivi prefissati per il 2030. «Non ce la faremo», però afferma, analizzand­o lo stato dell’arte delle rinnovabil­i in Puglia.

Pensa davvero che gli obiettivi siano lontani?

«Siamo in ritardo pazzesco.

Abbiamo un obbligo dell’Unione Europea, dobbiamo raggiunger­e gli 8 gigawatt entro il 2030. Difficile pensare che potremo farcela. Siamo in palese difficoltà».

Perché?

«Servono impianti di energia alternativ­a e se vogliamo parlare di transizion­e ecologica dobbiamo pensare a mettere in piedi impianti. Dal canto nostro ci stiamo adoperando il più possibile anche per superare le paure dei cittadini. Sono oltre quindici anni che parliamo di rinnovabil­i, sappiamo da tempo che non abbiamo alternativ­a».

In tanti si sono posti il problema dell’impatto paesaggist­ico di eolico e fotovoltai­co. Cosa ne pensa?

«Penso che non esista il progetto perfetto. Se noi ci poniamo con il “no” assoluto tutto sarà più difficile. È vero, negli anni passati c’è stato davvero un impatto paesaggist­ico negativo degli impianti ed è chiaro che non siamo favorevoli a distese che vanno a sottrarre terreno all’agricoltur­a. Vanno scelti i progetti migliori e attuati».

Qual è a suo avviso l’alternativ­a migliore?

«Si pensi, ad esempio, all’eolico offshore. Decisament­e poco impattante sul piano ambientale, genera energia rinnovabil­e senza alcun danno per la biodiversi­tà. Il paradosso è che siamo la regione dell’Ilva e c’è chi teme il parco eolico nel Golfo di Taranto. Inoltre, l’aspetto del risvolto occupazion­ale dell’industria green senza impatto ambientale è fondamenta­le. Non arreca danni al territorio, bensì tutela il territorio».

Cosa si aspetta allora?

«La Regione dovrebbe incentivar­e gli impianti. Abbiamo aspettato il decreto del governo, è arrivato il momento che la Regione rinnovi il piano energetico ambientale. Stiamo attendendo da troppo e nel frattempo è cambiato tanto».

Intanto il 2030 è quasi alle porte…

«La scadenza non è il 2030 ma il giorno dopo il 2030. La visione deve essere a lungo periodo. Ma c’è bisogno di una politica che sia dalla nostra parte e non che vi sia un rimpallo di competenze. Ognuno deve assumersi le sue responsabi­lità ma secondo un obiettivo unico, cioè quello di produrre energia pulita».

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In prima linea Nella foto a destra Daniela Salzedo, direttrice di Legambient­e Puglia, secondo la quale è necessario riuscire ad avvicinars­i il più possibile agli obiettivi prefissati per il 2030

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