Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tra i palazzoni di Bari sud un mondo privato
Si potrebbe pensare che sia veramente casa sua. Non a caso il suo locale è curato e coccolato come se fosse una bomboniera, tanto da essere definito con l’eloquente nome di Damé, a casa mia appunto. E non a caso Daniela De Cosmo nel settore della ristorazione si muove con disinvoltura da quando era bambina. Scopriamo quindi il suo piccolo e luminoso universo privato, con pochi coperti, comode poltroncine e originali lampadari; e con tanti oggettini di famiglia, tra tazze da collezione, bicchieri da cognac e piattini da dolce. Il tutto con il valore aggiunto della cordialità e del comunicativo entusiasmo della stessa Daniela, capace di accogliere con il sorriso tanto gli amici e i clienti abituali, quanto gli avventori occasionali. Mentre tutt’intorno svettano le recenti costruzioni di una moderna zona di Bari, con tanti palazzoni che danno l’idea di voler avvolgere questa deliziosa attività in un abbraccio protettivo.
Se il servizio è affidato ai giovani e attenti Filippo Biancofiore e Damiano Dammacco, i fornelli sono appannaggio di uno chef di solida scuochiama la e di altrettanto solida esperienza. Lo dimostrano, in prima battuta, il delicato equilibrio del carciofo fritto con carpaccio di sarago e frutti della passione; nonché l’idea geniale del polpo scottato con salsa «San Giuannidd», olive nere e aceto di mirtillo. A seguire soluzioni che fanno a gara tra loro per la concretezza e l’identità dei sapori, e per l’impeccabile correttezza delle esecuzioni. Si va dalle fettuccelle con ragù di moscardini, zucca e olive disidratate, e dai panciotti al ragù di manzo con crema di pecorino e pomodorini; fino al davvero memorabile arrosto di coniglio con la sua salsa, i lampascioni e il vincotto.
Ma non finisce qui, perché Daniela si occupa anche della centralissima vineria della figlia, Francesca Biancofiore. Si Mostofiore, e dispone di un ambiente molto piacevole: tra le chianche per terra e il meraviglioso tavolo conviviale in legno chiaro, tra il bancone per la mescita e le linee snelle degli scaffali a parete con tante belle bottiglie a vista. All’interno si può quindi iniziare un percorso, o meglio un viaggio alla scoperta dei vini naturali di ogni provenienza, dalla regione al mondo interno. Un notevole assortimento che comprende anche un’ampia scelta di bollicine e di distillati.
Le diverse chicche gastronomiche proposte non sono meno interessanti, e consentono di ordinare una cena vera e propria: tra lo stinco d’agnello, il baccalà in umido, e il tataki di tonno. I conti si aggirano intorno ai 50 euro da Damé, e intorno ai 25 euro da Mostofiore, vini esclusi.