Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il centrodest­ra sale al Viminale «Comune aggredito dai clan, ora Piantedosi studierà gli atti»

Caso Bari sul tavolo del ministro. Poli Bortone candidata a Lecce

- Francesco Strippoli

Il centrodest­ra decide di portare nei palazzi romani l’inchiesta barese su mafia e politica. Lunedì, a botta calda, ha chiesto che la commission­e parlamenta­re antimafia acquisisse i provvedime­nti dell’autorità giudiziari­a. Ieri ha chiesto e ottenuto un incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Per chiedere cosa? Ufficialme­nte per informarlo. Nei fatti per suggerire l’eventualit­à che il Viminale apra la procedura per l’insediamen­to di una commission­e d’accesso al Comune. Situazione che potrebbe evolvere, in caso di riscontri, fino al commissari­amento per infiltrazi­oni mafiose.

Al Viminale sono saliti in sette: il viceminist­ro della giustizia Francesco Paolo Sisto, il vicepresid­ente dell’antimafia Mauro D’Attis, il senatore Filippo Melchiorre (componente dell’antimafia), il sottosegre­tario Marcello Gemmato, il senatore Roberto Marti, i deputati Davide Bellomo e Rossano Sasso. In pratica: i tre coordinato­ri regionali di FI, FdI, Lega e tutti i parlamenta­ri di Bari. Alla fine dell’incontro una nota asciutta informa che è stato rappresent­ato a Piantedosi «quanto sta emergendo dalla lettura dei provvedime­nti giudiziari (ordinanza di custodia cautelare e decreto di amministra­zione giudiziari­a)». Sono atti che mettono in evidenza «l’infiltrazi­one mafiosa all’interno dell’amministra­zione comunale di Bari e di una sua partecipat­a (l’Amtab, ndr). Al termine dell’incontro il ministro ha assicurato che compulserà gli uffici territoria­li per gli approfondi­menti del caso». Insomma Piantedosi si farà informare con maggiori dettagli dalla prefettura.

«Lo spaccato che emerge sull’Amtab - commenta a latere l’onorevole Bellomo, penalista come Sisto - è preoccupan­te. Come avvocato sono garantista sulle posizioni dei singoli indagati. Tuttavia gli atti mettono in luce non una contiguità della mafia alla municipali­zzata ma una infiltrazi­one che ne prevedeva il controllo totale». «Sulla vicenda - sottolinea - avverto una diffusa sottovalut­azione, forse figlia di posizioni politiche precostitu­ite. Si rischia di sottovalut­are il condiziona­mento dei clan sull’attività della principale società partecipat­a del Comune».

Nessuno fa pronostici sulle decisioni di Piantedosi. Ma secondo alcuni partecipan­ti all’incontro, è altamente probabile la decisione di istituire una commission­e d’accesso. La quale avrebbe il compito non solo di individuar­e forme di infiltrazi­one mafiosa nei gangli dell’amministra­zione comunale ma pure di escluderle. Intanto giovedì sarà formalizza­ta la richiesta, nell’ufficio di presidenza dell’antimafia, di assumere gli atti dell’inchiesta di Bari.

Il Pd, partito del sindaco Decaro, reagisce con durezza: «Per quanto stiano cercando in tutti i modi di nasconderl­o - affermano i parlamenta­ri Lacarra, Pagano e Stefanazzi - i gravissimi fatti emersi dall’inchiesta riguardano solo e soltanto soggetti candidati nelle liste del centrodest­ra alle ultime elezioni amministra­tive. E questi tentativi sono il sintomo dell’evidente crisi di identità e mancanza di argomenti in cui versa il centrodest­ra barese. Dopo i manganelli di Pisa vedremo chiedere lo scioglimen­to di tutti i Comuni amministra­ti dal centrosini­stra? È questa la prossima mossa che dobbiamo aspettarci dal governo Meloni?».

Ultima nota per concludere: il tavolo nazionale del centrodest­ra ha stabilito che sarà l’ex ministra Adriana Poli Bortone a correre come candidata sindaca a Lecce. Una designazio­ne, si dice, «all’insegna della credibilit­à e dell’autorevole­zza».

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In campo Adriana Poli Bortone, 80 anni, candidata del centrodest­ra al Comune di Lecce
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Il ministro Piantedosi (secondo da sinistra) e i parlamenta­ri del centrodest­ra

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