Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Isolare chi compra voti». Ma difende tre indagati
Dalla politica al tribunale. L’operazione «Codice interno» vedrà il candidato alle consultazioni del centrosinistra Michele Laforgia impegnato su entrambi i fronti. Il penalista barese difenderà infatti tre imprenditori coinvolti, tra cui il vicepresidente di Confindustria Bari-Bat Francesco Frezza che già ieri sera ha protocollato la sua lettera di dimissioni dai ruoli di rappresentanza ricoperti all’interno dell’organizzazione di categoria delle imprese. Sul tema l’avvocato è chiaro: «Io notoriamente continuo a fare l’avvocato penalista, non vivo di politica. Vivo di professione». E rilancia: «Continuerò a farlo e lo farò anche in questo caso. Con le scelte che hanno sempre contraddistinto la mia professione. Io notoriamente mi occupo di alcune cose e non di altre».
Una notizia che arriva al termine di un lungo intervento effettuato all’interno della sede de La Giusta Causa in cui il candidato espressione della Convenzione per Bari 2024 ha invitato i baresi e gli operatori del mondo della politica ad «emarginare tutti i soggetti che alimentano la compravendita dei voti» in quanto «spie di un atteggiamento che riguarda la criminalità organizzata». L’avvocato poi ha anche motivato le ragioni per cui aveva già anticipato il rischio di inquinamento del voto: «Era il 7 novembre quando avevo detto che a Bari esiste la criminalità organizzata e un fenomeno di compravendita di voti che riguarda le forze politiche». Il penalista ha poi ricordato che a paventare quel pericolo non era stato solo lui: «Dopo di me ne aveva parlato il procuratore generale, l’ex procuratore della repubblica e lo stesso don Angelo Cassano. Si sono lette queste mie parole come un’offesa alle forze che in passato avevano seguito questo metodo. Ma i fatti sono ostinati e dimostrano che quanto detto non era campato per aria». Laforgia poi ha chiamato a raccolta la cittadinanza e i candidati, sottolineando che «sarebbe un errore catastrofico pensare che questo tipo di problemi siano appannaggio di forze dell’ordine e magistratura. Solo se i cittadini si impegnano in prima fila per la democrazia si può contrastare la forza dei clan e offrire una risposta alla nostra città». E a chi chiede un commento sui profili coinvolti nelle indagini, Laforgia risponde: «Non farò sciacallaggio politico, sono garantista non a giorni alterni. Quello che possiamo fare noi e tutti coloro che partecipano al gioco democratico è alzare la guardia».