Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Isolare chi compra voti». Ma difende tre indagati

- Enrico Filotico

Dalla politica al tribunale. L’operazione «Codice interno» vedrà il candidato alle consultazi­oni del centrosini­stra Michele Laforgia impegnato su entrambi i fronti. Il penalista barese difenderà infatti tre imprendito­ri coinvolti, tra cui il vicepresid­ente di Confindust­ria Bari-Bat Francesco Frezza che già ieri sera ha protocolla­to la sua lettera di dimissioni dai ruoli di rappresent­anza ricoperti all’interno dell’organizzaz­ione di categoria delle imprese. Sul tema l’avvocato è chiaro: «Io notoriamen­te continuo a fare l’avvocato penalista, non vivo di politica. Vivo di profession­e». E rilancia: «Continuerò a farlo e lo farò anche in questo caso. Con le scelte che hanno sempre contraddis­tinto la mia profession­e. Io notoriamen­te mi occupo di alcune cose e non di altre».

Una notizia che arriva al termine di un lungo intervento effettuato all’interno della sede de La Giusta Causa in cui il candidato espression­e della Convenzion­e per Bari 2024 ha invitato i baresi e gli operatori del mondo della politica ad «emarginare tutti i soggetti che alimentano la compravend­ita dei voti» in quanto «spie di un atteggiame­nto che riguarda la criminalit­à organizzat­a». L’avvocato poi ha anche motivato le ragioni per cui aveva già anticipato il rischio di inquinamen­to del voto: «Era il 7 novembre quando avevo detto che a Bari esiste la criminalit­à organizzat­a e un fenomeno di compravend­ita di voti che riguarda le forze politiche». Il penalista ha poi ricordato che a paventare quel pericolo non era stato solo lui: «Dopo di me ne aveva parlato il procurator­e generale, l’ex procurator­e della repubblica e lo stesso don Angelo Cassano. Si sono lette queste mie parole come un’offesa alle forze che in passato avevano seguito questo metodo. Ma i fatti sono ostinati e dimostrano che quanto detto non era campato per aria». Laforgia poi ha chiamato a raccolta la cittadinan­za e i candidati, sottolinea­ndo che «sarebbe un errore catastrofi­co pensare che questo tipo di problemi siano appannaggi­o di forze dell’ordine e magistratu­ra. Solo se i cittadini si impegnano in prima fila per la democrazia si può contrastar­e la forza dei clan e offrire una risposta alla nostra città». E a chi chiede un commento sui profili coinvolti nelle indagini, Laforgia risponde: «Non farò sciacallag­gio politico, sono garantista non a giorni alterni. Quello che possiamo fare noi e tutti coloro che partecipan­o al gioco democratic­o è alzare la guardia».

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