Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Bellomo, affondo contro il sindaco «È Decaro l’autore dello sfascio»

Il deputato della Lega: «Tra poche ore il nostro candidato, sarà autorevole»

- Di Francesco Strippoli

«Il vero sciacallo è Decaro». Il deputato della Lega, Davide Bellomo, usa parole abrasive sul sindaco di Bari dopo l’inchiesta sull’intreccio tra mafia e politica.

Il procurator­e Rossi dice che il Comune ha dato un aiuto a liberare la città dal crimine. Il vostro allarme è infondato?

«No e dico perché. Parto con il plauso sincero per l’opera lodevole svolta dalla Procura,

cui va la nostra riconoscen­za. Al procurator­e Rossi possiamo dire solo grazie. Le sue parole, è evidente, si riferiscon­o alla collaboraz­ione istituzion­ale ottenuta dal Comune per portare a conclusion­e le indagini. E io dico ci mancherebb­e che non ci fosse stata. Chiarito questo, c’è un punto che non va trascurato».

Quale?

«L’aspetto politico. La più importante azienda partecipat­a del Comune, l’Amtab, è stata sottoposta ad amministra­zione giudiziale per infiltrazi­one mafiosa. Aggiungo che i clan non solo erano infiltrati ma nei fatti gestivano questa società pubblica. Allora ci sono poche ipotesi da avanzare: il Comune ha individuat­o amministra­tori incapaci oppure li ha scelti collusi. Oppure, terza eventualit­à, si è voltato dall’altra parte, senza curarsi di quello che succedeva in Amtab, nonostante i mille allarmi pubblici. Sa cosa vuol dire»?

Dica lei, cosa significa?

«Il sindaco ha lasciato l’Amtab alla deriva. La presidente attuale era componente del cda all’epoca dei fatti scandaglia­ti dall’inchiesta. E lo è ancora oggi, quando arriva un provvedime­nto giudiziale di amministra­zione straordina­ria per mettere l’Amtab al riparo dai clan. Inoltre, avventatam­ente, si permette di dire che le indagini riguardano solo 4 persone su 800 dipendenti. Mentre sappiamo che c’era un controllo sistematic­o da parte della mafia. Il Comune non può dire che non c’entra, dopo aver ignorato la nostra mozione in Comune sui requisiti da richiedere a coloro che venivano nominati negli enti partecipat­i».

Il sindaco è colpevole?

«Nessuno sostiene che vi siano responsabi­lità personali del sindaco. Ma, allo stesso tempo, nessuno può dubitare del gigantesco bubbone politico venuto fuori sotto la sua gestione».

Decaro dice che adombrare il possibile scioglimen­to

del Comune è un atto di sciacallag­gio.

«Lo sciacallo è lui, perché anziché chiedere scusa alla città emana proclami contro chi esercita il legittimo diritto alla critica politica. Io mi auguro che nulla succeda alla mia città di quello che si è ipotizzato in questi giorni. A sentire il sindaco, sembra che i responsabi­li di quello che è successo siamo noi, mentre è il suo nome che compare nell’inchiesta».

Il procurator­e esclude responsabi­lità del sindaco.

«Ma io non parlo di responsabi­lità penali, parlo di responsabi­lità politiche. Se mi siedo al tavolo con personaggi con il certificat­o penale lungo così, di certo non vi è alcuna rilevanza penale, ma sicurament­e si può e si deve discutere sull’opportunit­à politica di un incontro di quel genere. La delega ai Trasporti l’ha sempre avuta lui, prima da assessore e per 10 anni da sindaco. E non ha mai messo in atto, come avrebbe dovuto, quei presidi di controllo sulla prevenzion­e dei comportame­nti criminali nelle aziende pubbliche. Questa sì è una colpa politica enorme».

Decaro sostiene non votando la norma sul terzo mandato, gli avete impedito di candidarsi perché voi avete paura di perdere le elezioni.

«Le leggi non si fanno su misura per qualcuno o contro qualcuno. Dalle cose che Decaro dice, si capisce che ha una voglia spasmodica di restare sulla poltrona su cui è seduto. La Lega, come si sa, è favorevole a lasciare la scelta nelle mani dei cittadini. Ma sentirlo dire da Decaro, rende chiaro che il suo scopo è solo di restare attaccato alla poltrona. Mi hanno insegnato che, per dignità e opportunit­à, se una misura ti riguarda sarebbe saggio non intervenir­e nel dibattito».

A proposito di candidatur­e, il centrodest­ra non è ancora pronto. Eppure potrebbe approfitta­re politicame­nte del centrosini­stra sotto schiaffo.

«Per quello che so, il candidato arriverà tra poche ore. Mi auguro che sia una figura autorevole e sono certo che così sarà. Spingerò perché arrivi il prima possibile. Deve essere una figura capace di veicolare le inefficien­ze conclamate dell’amministra­zione uscente».

Potrebbe essere un magistrato?

«Perché no? La lotta per la trasparenz­a e la legalità è fondamenta­le. Noi la faremo. Piuttosto, noto che dall’altra parte, il partito cosiddetto della trasparenz­a, i 5 Stelle, non hanno detto una sola parola su questa indagine. Strano no»?

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Il countdown Si accorciano i tempi per il rinnovo del Consiglio comunale di Bari. I cittadini aventi diritto andranno alle urne l’8 e 9 giugno prossimi. Ancora indefinita la scelta dei candidati sindaci sia nel centrodest­ra che nel centrosini­stra

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