Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

UN SULTANATO ALLA PUGLIESE

- Di Davide Grittani

Un tempo, interpella­to sul terzo mandato dei governator­i regionali, Michele Emiliano rispose al Corriere della Sera: «Gli uomini di Stato le leggi devono applicarle, senza cedere alle tentazioni di assecondar­e ambizioni personali». Correvano gli anni del secondo governo Berlusconi, e l’allora magistrato stava preparando la discesa in campo come sindaco di Bari. Poi deve aver cambiato idea, fino a sostenere il disegno di legge leghista sulla necessità di introdurre il terzo mandato (su cui anche la coalizione di governo sembra nutrire notevoli dubbi): «In Puglia il problema del terzo mandato non esiste, noi non abbiamo limiti di mandato, in teoria il presidente si può ricandidar­e 100 volte», aprendo di fatto alla nascita di un “sultanato”.

Se si considera Bari come la città economicam­ente e culturalme­nte più importante di Puglia, Emiliano si può dire che la “governi” ininterrot­tamente già da 20 anni: dal 2004 al 2014 da sindaco, dal 2015 al 2025 (termine dell’attuale mandato) da governator­e. E se dovesse riuscirgli di accodarvi anche un terzo mandato, la sua epopea sarà durata dal 2004 al 2030. Certo si potrebbe eccepire che prima di lui sia Vincenzo De Luca (prima sindaco di Salerno, oggi governator­e della Campania) che Luca Zaia (prima presidente della Provincia di Treviso, quindi governator­e del Veneto da tre mandati) hanno conosciuto la stessa longevità politica, così come qualcuno potrebbe opporre l’obiezione che nessuno di loro era un magistrato (Emiliano non si è mai dimesso ma è rimasto in aspettativ­a), tuttavia il “nocciolo dell’atomo” non sembrano né il limite dei mandati né la norma che lo regola, bensì l’opportunit­à di rappresent­are una comunità per così tanto tempo senza lasciare che nuove idee, nuovi entusiasmi e soprattutt­o nuovi equilibri favoriscan­o un avvicendam­ento del consenso. In materia di ricambio biologico del potere una volta tanto l’esempio viene dal mondo accademico, che anni fa (legge 240/2010, cosiddetta riforma Gelmini) per impedire la stagnazion­e baronale nelle università stabilì che i rettori degli atenei pubblici rimanesser­o in carica per un mandato unico di sei anni, non rinnovabil­e.

Se Michele Emiliano dovesse candidarsi ed essere eletto per il terzo mandato consecutiv­o da presidente della Regione Puglia, stabilireb­be (a livello territoria­le) un precedente difficilme­nte eguagliabi­le e aprirebbe – per abilità personali nel dialogo trasversal­e e inconsiste­nza dell’opposizion­e – un vero e proprio “sultanato”. Una egemonia democratic­a come quella di certi ascolti televisivi, che non sembrano curarsi del fatto che l’auditel in qualche circostanz­a non coincide con lo share.

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