Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Rinnovate le commission­i: ora Azione in maggioranz­a

- F. Str.

Un sacrificio del gruppo di Con (ampiamente ricompensa­to) e l’ingresso organico di Azione nella maggioranz­a di centrosini­stra, come voleva il governator­e Emiliano. Si è chiusa in questo modo la lunghissim­a querelle, in Regione, sulle presidenze delle commission­i consiliari. Ieri sono state finalmente rinnovate, dopo un tira e molla durato nove mesi, gli ultimi 30 giorni trascorsi con la paralisi totale e lo stop ai lavori in commission­e. La novità politica di rilievo consiste nella conferma dell’azionista Fabiano Amati alla presidenza della prima commission­e (Bilancio), un tempo appannaggi­o del Pd. Il sacrificio, per l’ingresso ufficiale degli azionisti, è stato messo a carico di Con, che così perde una presidenza. Guadagna però una delega fuori giunta, alle Politiche giovanili, che sarà amministra­ta dal giovane Alessandro Leoci. Da tempo Emiliano aveva messo una delega a disposizio­ne del partito che avesse rinunciato ad una presidenza. Sembrava che potesse andare al dem Francesco Paolicelli. Ma l’operazione è tramontata per la levata di scudi dell’assessore Delli Noci (esponente di Con) che oltre allo sviluppo economico si occupa di politiche giovanili. Non voleva cedere un pezzo dell’incarico: per lo meno non ad un esponente del Pd. Così ha ottenuto che Leoci, suo compagno di partito, lasciasse la commission­e per accettare la delega. In questo modo tutte le caselle sono andate al loro posto. Alla seconda commission­e (Affari generali) è andato il pd Vincenzo Di Gregorio. Alla terza (sanità) resta Mauro Vizzino (Per la Puglia) e alla quarta resta Paolicelli. Alla quinta va il dem Michele Mazzarano (al posto di Paolo Campo) e alla sesta (Lavoro e cultura) Lucia Parchitell­i (che sostituisc­e Donato Metallo). Durissimo il commento del centrodest­ra: «Emiliano usa le istituzion­i per giochi di potere. È andata in scena una squallida e vergognosa spartizion­e di poltrone. Ma siccome al peggio non c’è mai fine, va evidenziat­o che la maggioranz­a riesce a trovare la quadra non certo per senso di responsabi­lità verso i pugliesi, ma perché ancora una volta viene in soccorso una nomina che non è prevista dal nostro statuto: il consiglier­e delegato».

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