Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Evase dai domiciliari e uccise la madre della ex Ergastolo per Aghilar
Uccise a coltellate la madre della ex fidanzata che si opponeva alla sua relazione con la figlia. Cristoforo Aghilar è stato condannato dai giudici della Corte d’assise d’appello di Bari all’ergastolo. La vittima Filomena Bruno, 58enne venne uccisa a Orta Nova il 28 ottobre del 2019. Alla lettura della sentenza l’imputato era in video collegamento dal carcere di Livorno, ma non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
I giudici baresi hanno accolto le richieste del procuratore generale Giannicola Sinisi e del difensore delle parti civili l’avvocato Michele Sodrio confermando la condanna in primo grado alla pena dell’ergastolo ma anche lo stalking nei confronti della famiglia Bruno e il tentato omicidio avvenuto qualche giorno prima del delitto, quando Aghilar tentò di ammazzare la donna raggiungendola nel pub dove lavorava. In quella occasione la pistola si inceppò. Da quel giorno la donna, per paura, viveva a casa dell’anziana madre. Il pomeriggio dell’omicidio Filomena Bruno con la figlia tornò a casa sua per prendere alcuni oggetti personali. Sull’uscio di casa incontrarono Aghilar, che colpì la madre della ex fidanzata con alcune coltellate. La donna aveva fatto qualche passo ma poi si accasciò a terra priva di vita. L’uomo fu arrestato il 29 ottobre successivo, dopo alcuni giorni di latitanza, mentre cenava a casa di alcuni parenti.
Il 17 febbraio del 2023 Aghilar era stato condannato, per omicidio volontario, in primo grado dai giudici della Corte d’Assise di Foggia alla pena dell’ergastolo con dieci mesi di isolamento diurno. «Dopo lunghe ore di discussione – ha commentato l’avvocato Michele Sodrio, legale della famiglia Bruno credo che la corte abbia preso la giusta decisione. Non riesco ad essere contento di fronte ad un ergastolo, ma è stata fatta giustizia e salvo il giudizio di Cassazione, che penso ci sarà». L’avvocato ha anche annunciato che la battaglia continuerà in sede civile «per vedere riconosciuta la responsabilità di chi non aveva messo in sicurezza la signora Bruno».