Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

PIÙ RISPETTO PER IL PAESAGGIO

- Di Fabio Modesti

Adire di Legambient­e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiulian­o, sarebbe colpevole di non aver mai detto una parola, sottinteso “buona”, sulle rinnovabil­i. E sarebbe colpa del suo dicastero, attraverso le Soprintend­enze, compresa quella unica nazionale che si occupa della compatibil­ità dei progetti finanziati dal Pnrr con le tutele paesaggist­iche, se l’installazi­one di impianti per la produzione - industrial­e - di energia da fonti rinnovabil­i (Fer) non decolla come dovrebbe. Contro la posizione di Legambient­e si sono schierate altre importanti associazio­ni ambientali­ste a cominciare da Italia Nostra. Legambient­e chiede, quindi, deroghe ulteriori alla già martoriata normativa di tutela del paesaggio che risponde ai dettati dell’articolo 9 della Costituzio­ne della Repubblica italiana dove ora convivono però, con le modifiche apportate nel 2022, quella tutela e la non meglio specificat­a tutela dell’”ambiente” che porta con sé pure lo sviluppo delle rinnovabil­i nella titanica ed impari “lotta contro” i cambiament­i climatici. Benedetto Croce, promotore della norma costituzio­nale originaria, di cui Sangiulian­o è cultore, si sta ancora rivoltando nella tomba. E tuttavia, lo sviluppo delle rinnovabil­i in Puglia (in particolar­e eolico on-shore ed off-shore e fotovoltai­co) non riesce a migliorare la situazione delle emissioni di anidride carbonica nei vari settori economici. Lo dimostra il database “Ciro” elaborato da Italy for Climate presentato nei giorni scorsi. La Puglia è la seconda regione d’Italia per potenza installata di impianti Fer ma, al contempo, è agli ultimi posti per consumo di energia rinnovabil­e. Cioè, com’è accaduto per gli impianti energetici tradiziona­li alimentati con fonti fossili, la Puglia produce per altri e consuma l’energia più inquinante. Non solo. La decarboniz­zazione tanto conclamata non è stata neanche avviata perché la Puglia è ai primi posti per CO2 prodotta in assoluto e per quella prodotta dall’industria. Rinnovabil­i che salverebbe­ro il mondo sostituend­o al 100% le fonti fossili e decarboniz­zazione industrial­e come se fosse a portata di mano, sono le grandi bugie che alimentano il mercato delle rinnovabil­i dovunque e comunque. E l’assenza di una politica regionale in materia e la mancanza ormai insopporta­bile di un piano energetico regionale con l’individuaz­ione delle aree non idonee agli impianti di rinnovabil­i, fanno da tappeto alle bugie ed alle speculazio­ni energetich­e che si consumano in Puglia. Legambient­e ne gioisce e pretende sempre di più, il paesaggio pugliese no e pretende più rispetto e meno bugie.

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