Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Kalàscima, il Salento rock al festival di Peter Gabriel
Il gruppo, che mescola la tradizione con l’elettronica, sarà il 24 all’edizione cilena del Womad
Isalentini Kalàscima il 24 marzo rappresenteranno l’Italia all’edizione cilena del Womad, il festival globetrotter fondato da Peter Gabriel che in oltre quarant’anni ha ospitato in giro per il mondo migliaia di artisti, contribuendo in modo determinante alla diffusione planetaria della «world music». La formazione originaria di Alessano, che la scorsa estate ha tenuto un tour di dodici date in Canada per presentare il disco «The South», realizzato con la cantautrice nordamericana Andrea Ramolo, sarà di scena sul palco principale dell’Escenario de La Paz per la serata conclusiva della tappa sudamericana del festival simbolo della musica globale.
Al Womad Chile 2024 parteciperanno diciotto tra artisti e ensemble in arrivo da Algeria, Spagna, Francia, Colombia, Brasile e, naturalmente dal Cile, incluso il territorio Wallmapu situato a Sud del Paese, dal quale proviene il Pehuenche, il popolo che parla il Mapudungun, «la lingua della terra». Ci sarà anche il duo palestinese TootArd. «Saremo sullo stesso palco lo stesso giorno, e sarebbe bello se potessimo suonare insieme così da offrire il nostro piccolo segno di vicinanza a un popolo che soffre», dice Massimiliano De Marco, voce e chitarrista della band, nella quale militano anche Luca Buccarella (voce e organetto), Federico Laganà (voce e percussioni), Michele D’Elia (batteria e produzione), Giovanni Chirico (sax baritono) e Carlo Massarelli (zampogna e fiati tradizionali).
Potente macchina sonora che da sempre offre il meglio di sé in versione live, Kalàscima è sinonimo di fusione tra tradizione e sonorità urbane, elementi tenuti insieme dentro un sound internazionale attraverso l’uso sapiente dell’elettronica. Un bel modo per rinnovare la lezione di Peter Gabriel, che maturò l’idea del World of Music Arts and Dance nel 1980, reduce dalla pubblicazione del suo terzo album contenente Biko e realizzato con un impegno altamente simbolico nei confronti della musica africana. L’obiettivo era chiaro, e trovò una cassa di risonanza proprio nel Womad: indirizzare la ricerca musicale verso un mondo di frontiera.