Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
QUELLE LEGGI CHE FUNZIONANO
Sta a vedere che le leggi funzionano. Un dissacrante ossimoro, viste le numerose campagne per favorirne una consistente revisione, ma per adesso il cosiddetto Tuel (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) è l’unico eroe delle battaglie che la magistratura conduce contro le infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni. E in attesa che l’intera guerra possa dirsi vinta, l’ultimo fronte in cui il decreto legislativo 267/2000 (che disciplina lo scioglimento per mafia) può dire di aver trionfato, è ancora quello di Manfredonia.
Dunque non è vero che lo scioglimento del Comune di Manfredonia (22 ottobre 2019) fu un provvedimento avventato, che andavano adoperate maggiori cautele e saggezza da parte dello Stato (contro cui la giunta interessata da quella misura, guidata dall’ex sindaco Angelo Riccardi, si oppose molto energicamente). Non è vero perché la motivazione di quel provvedimento, cinque anni dopo, ha assunto significati più limpidi e orizzonti purtroppo più funesti. A ribadirne la necessità, qualche giorno fa è intervenuto l’arresto dell’ex assessore comunale Angelo Salvemini e il conseguente smantellamento della sua presunta centrale di dossieraggio, dietro cui si celava in realtà la famiglia più potente della criminalità locale (Romito). Il Comune di Manfredonia fu sciolto per il «disequilibrio tra la forza del clan Romito e la resistenza alle infiltrazioni mostrata dall’amministrazione», lo stesso braccio di ferro oggetto dell’inchiesta della guardia di finanza con al centro le minacce dell’ex assessore (e avvocato penalista) nei confronti di colleghi amministratori e funzionari pubblici. Contro lo scioglimento di quell’amministrazione, l’ex sindaco Riccardi (del tutto estraneo a questa nuova indagine) ricorse al Tar, subendo anche la sconfitta politica del Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ne confermò «la piena legittimità». Ergo, le infiltrazioni mafiose a Manfredonia non sono mai cessate. Quei tentacoli non hanno mai lasciato la città, che nel frattempo ha vissuto il fallimento di un’altra esperienza amministrativa con l’ex sindaco Gianni Rotice (dimessosi dopo due anni incerti, sempre al centro di polemiche). E pensare che proprio a causa di tutte queste vicende, tra poco la città tornerà al voto: ipotizzandone l’esito, verrebbe da dire«guarda che luna… ».
Insomma la notizia è che il rigore del Tuel sembrerebbe funzionare, al contrario di quello di certi avvocati penalisti. A maggior ragione chi si candida ad amministrare la vita di una comunità, dovrebbe far caso al portfolio clienti, dal momento che nessuna professione giustifica la sottomissione dell’etica al giuramento compiuto.