Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Mozart «spavaldo» di Teodor Currentzis
Domani al teatro Petruzzelli il direttore greco con il suo ensemble «musicAeterna»
Interprete spavaldo e anticonvenzionale, Teodor Currentzis possiede un certo magnetismo musicale. E una personalità fortemente carismatica. Tanto da aver fatto sbilanciare il New York Times in una descrizione comprendente appellativi che spaziano da «punk» a «barbaro», «anarchico» e «guru». Insomma, un tipo multiforme il direttore d’orchestra greco, ormai da trent’anni russo d’adozione. Un outsider sulla scena internazionale. Ci sono molte pregevoli incisioni a testimoniarlo. Ma per chi crede soltanto vedendo (non solo ascoltando), l’occasione la offre l’ente lirico barese, del quale Currentzis è ospite con la sua creatura, l’ensemble musicAeterna, domani sera (ore 20.30), per un concerto nel teatro Petruzzelli interamente dedicato a Mozart.
Il programma, in apertura, prevede il Concerto per pianoforte e orchestra n. 24 K 491, con Olga Pashchenko solista al fortepiano per restituidinario re il suono dell’epoca, una delle caratteristiche di Currentzis e musicAeterna, noti anche per l’originale approccio nella reinterpretazione dei capolavori del passato, da
Purcell a Shostakovich. E non solo in campo strumentale, anche teatrale. Nella seconda parte della serata si ascolterà, invece, l’incompiuto Requiem, un «momento straordell’umanità», lo definì Stefan Zweig, e anche questo oggetto di una visione fuori dagli schemi, con voci soliste Elizaveta Sveshnikova (soprano), Andrey Nemzer (controtenore), Egor Semenkov (tenore) e Alexey Tikhomirov (basso) e la parti d’assieme affidate al coro di musicAeterna formato da quaranta elementi. Praticamente sono tutti musicisti russi. D’altronde, la formazione è stata fondata da Currentzis vent’anni fa a Novosibirsk, non solo per eseguire musiche e opere barocche recuperando un suono il più possibile vicino all’originale, ma anche per dare nuovo impulso alla musica del Novecento e al repertorio contemporaneo.
Un’avventura iniziata da Currentzis dopo gli studi a San Pietroburgo con Ilya Musin, uno che ha formato direttori del calibro di Odyseuss Dimitriadis, Valery Gergiev e
Semyon Bychkov. Tra l’altro, proprio un russo, il pianista Michail Pletnëv, a gennaio dello scorso anno aveva eseguito al Petruzzelli, ma con l’Orchestra del Teatro, proprio il Concerto K 491, pagina con la quale Mozart si allontanò dallo stile galante per abbracciare un carattere più organico, grazie anche all’ampliamento strumentale attraverso la compresenza di una coppia di oboi e un’altra di clarinetti. In più bisogna considerare la tonalità minore (do) impiegata per la seconda volta dal genio salisburghese in questo genere di composizione, qui con l’obiettivo di restituire la tragicità di una forza superiore. Mentre nella tonalità in re minore si articolano le quattordici sezioni del Requiem, completate dal discepolo Franz Xaver Süssmayr dopo la morte del compositore, che si fermò all’ottava battuta del «Lacrimosa», sulle parole «homo reus», uomo colpevole. Un dettaglio utile ad alimentare l’aria di mistero legata a questa creazione sublime, frutto del genio di un musicista che temeva la morte.