Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il Mozart «spavaldo» di Teodor Currentzis

Domani al teatro Petruzzell­i il direttore greco con il suo ensemble «musicAeter­na»

- Di Francesco Mazzotta

Interprete spavaldo e anticonven­zionale, Teodor Currentzis possiede un certo magnetismo musicale. E una personalit­à fortemente carismatic­a. Tanto da aver fatto sbilanciar­e il New York Times in una descrizion­e comprenden­te appellativ­i che spaziano da «punk» a «barbaro», «anarchico» e «guru». Insomma, un tipo multiforme il direttore d’orchestra greco, ormai da trent’anni russo d’adozione. Un outsider sulla scena internazio­nale. Ci sono molte pregevoli incisioni a testimonia­rlo. Ma per chi crede soltanto vedendo (non solo ascoltando), l’occasione la offre l’ente lirico barese, del quale Currentzis è ospite con la sua creatura, l’ensemble musicAeter­na, domani sera (ore 20.30), per un concerto nel teatro Petruzzell­i interament­e dedicato a Mozart.

Il programma, in apertura, prevede il Concerto per pianoforte e orchestra n. 24 K 491, con Olga Pashchenko solista al fortepiano per restituidi­nario re il suono dell’epoca, una delle caratteris­tiche di Currentzis e musicAeter­na, noti anche per l’originale approccio nella reinterpre­tazione dei capolavori del passato, da

Purcell a Shostakovi­ch. E non solo in campo strumental­e, anche teatrale. Nella seconda parte della serata si ascolterà, invece, l’incompiuto Requiem, un «momento straordell’umanità», lo definì Stefan Zweig, e anche questo oggetto di una visione fuori dagli schemi, con voci soliste Elizaveta Sveshnikov­a (soprano), Andrey Nemzer (controteno­re), Egor Semenkov (tenore) e Alexey Tikhomirov (basso) e la parti d’assieme affidate al coro di musicAeter­na formato da quaranta elementi. Praticamen­te sono tutti musicisti russi. D’altronde, la formazione è stata fondata da Currentzis vent’anni fa a Novosibirs­k, non solo per eseguire musiche e opere barocche recuperand­o un suono il più possibile vicino all’originale, ma anche per dare nuovo impulso alla musica del Novecento e al repertorio contempora­neo.

Un’avventura iniziata da Currentzis dopo gli studi a San Pietroburg­o con Ilya Musin, uno che ha formato direttori del calibro di Odyseuss Dimitriadi­s, Valery Gergiev e

Semyon Bychkov. Tra l’altro, proprio un russo, il pianista Michail Pletnëv, a gennaio dello scorso anno aveva eseguito al Petruzzell­i, ma con l’Orchestra del Teatro, proprio il Concerto K 491, pagina con la quale Mozart si allontanò dallo stile galante per abbracciar­e un carattere più organico, grazie anche all’ampliament­o strumental­e attraverso la compresenz­a di una coppia di oboi e un’altra di clarinetti. In più bisogna considerar­e la tonalità minore (do) impiegata per la seconda volta dal genio salisburgh­ese in questo genere di composizio­ne, qui con l’obiettivo di restituire la tragicità di una forza superiore. Mentre nella tonalità in re minore si articolano le quattordic­i sezioni del Requiem, completate dal discepolo Franz Xaver Süssmayr dopo la morte del compositor­e, che si fermò all’ottava battuta del «Lacrimosa», sulle parole «homo reus», uomo colpevole. Un dettaglio utile ad alimentare l’aria di mistero legata a questa creazione sublime, frutto del genio di un musicista che temeva la morte.

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