Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Quel Panorama con vista Europa
Tra i film in evidenza nella sezione anche l’esordio della pugliese Grazia Tricarico
Iriflettori puntati sulle contraddizioni del presente. Sulle evoluzioni del cinema contemporaneo, in questo caso soprattutto europeo. Il «Panorama Internazionale» è un appuntamento imperdibile per i cinefili nel magmatico programma del Bif&st, con la sua dozzina di pellicole in programma nei pomeriggi del teatro Petruzzelli. Un ventaglio particolarmente policromo quest’anno per contenuti e forme narrative. La Francia la fa da padrona con l’esordio di Camille Japy in equilibrio tra umorismo e dramma, Sotto il tappeto con Ariane Ascaride e Berenice Bejo, e con l’intenso Je verrai toujours vos visages (All Your Faces) di Jeanne Herry, che scandaglia il doloroso processo attivato dal sistema di giustizia riparativa che rende possibile l’incontro tra autori di reati e vittime. Profumi transalpini anche nel viaggio di ritorno in Egitto di Sue (Nadine Labaki) al capezzale della madre (Fanny Ardant), parabola di riconciliazione con le proprie radici raccontata da Retour en Alexandrie dello svizzero-egiziano Tamer Ruggli.
C’è uno spicchio di Puglia rappresentato da Grazia Tricarico che dopo tanti premi con i suoi corti debutta nel lungometraggio con Body Odissey, full immersion nella psiche votata alla perfezione di una bodybuilder quarantenne allenata dall’allenatore-demiurgo Kurt, interpretato dal compianto Julian Sands all’ultima prova filmica della carriera. Dalla Spagna arrivano due film che affondano il coltello nelle iniquità del quotidiano tra il dramma dello sradicamento di un migrante deportato nella natia Guinea in El salto (Jumping the Fence) di Benito Zambrano, e la satira anticapitalista alla Parasite di Calladita di Miguel Faus. C’è spazio anche per il revenge movie grazie al canadese The G di Karl R. Hearne in cui una misteriosa anziana dà la caccia al tutore legale corrotto che le ha rovinato la vita, e alla tragicomica storia d’amore tra emarginati dell’olandese Natasha’s Dance di Jos Stelling.
Non mancano storie basate su personaggi realmente esistiti come Stella Goldschlag, giovane ebrea berlinese che, per salvare se stessa e la sua famiglia, ha tradito centinaia di ebrei fra i quali anche amici stretti, ambigua e fascinosa protagonista (incarnata da Paula Beer) di Stella. A Life del tedesco Kilian Riedhof; mentre la (vera) storia dell’ereditiera inglese Rose Dugdale, arruolatasi volontaria nell’Ira, è alla base di Baltimore di Christine Molloy e Joe Lawlor. Due incontri tra solitudini a diverse latitudini completano il quadro di «Panorama Internazionale», con l’italiano La tartaruga di Fabrizio Nardocci e Gondola del regista tedesco Veit Helmer che torna al Bif&St, dove aveva portato il suo precedente film, The Bra. Tra poesia e cinema muto, stavolta ci porta a bordo di una funivia d’epoca, tra le splendide montagne della regione georgiana dell’Adjara.