Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«In Amtab troppi sprechi E chi li fa viene promosso»
Giannuzzi (Con): «Non capisco certe scelte, le mie denunce mai ascoltate»
BARI L’affaire Amtab a Bari si arricchisce di dettagli. Dopo il tentativo di dimissioni del direttore generale Domenico Mariani e lo stop imposto da Luca D’Amore, amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bari, ora è il turno della responsabilità della politica. La resa dei conti interna alla maggioranza a sostegno del sindaco Antonio Decaro era cominciata in occasione dell’ultimo consiglio comunale del mese di febbraio. In quell’occasione il capogruppo di Con in aula Dalfino, Francesco Giannuzzi, aveva evidenziato come le parole del sindaco Antonio Decaro sulla disponibilità di Amtab a collaborare con le forze dell’ordine risultassero un po’ tardive e soprattutto causate dal solo intervento della magistratura.
Relazione che provocò una durissima reazione da parte di Pd e liste civiche che, appena iniziato il discorso di Giannuzzi, decisero di abbandonare l’aula ad esclusione del solo Pierluigi Introna, eletto con il Partito democratico. A distanza di due settimane, Giannuzzi torna a parlare: «Il mio intervento era semplice, eventuali denunce dovevano arrivare prima. Magari da parte di chi gestiva l’azienda». E poi chiarisce: «Se l’inchiesta “Codice Interno” è piovuta come un fulmine a ciel sereno, invece, la responsabilità è della governance». E sulla nuova presidente, Angela Donvito, l’attacco è diretto: «È lì dal 2016, faceva parte del consiglio di amministrazione quando il presidente era Pierluigi Vulcano. Non si può far passare l’idea che non sapesse nulla della gestione economica di Amtab. Il presidente Vulcano non faceva le relazioni trimestrali sullo stato di salute dell’azienda». Sul ruolo dell’amministrazione centrale, invece, Giannuzzi si avvale del beneficio del dubbio: «Non voglio dire che il sindaco abbia responsabilità in questa storia. Il suo ruolo è quello di fare le nomine nei vari enti, può sfuggire qualcosa. Certo è che se poi davanti a responsabilità così forti, che pongono in evidenza una gestione non proprio trasparente dell’azienda, persone che dovrebbero essere interdette dalla gestione del pubblico denaro vengono invece promosse... ammetto che mi crea un po’ di confusione».
Poi il consigliere comunale torna sulla rottura con i colleghi di maggioranza: «Chi è uscito dall’aula non ha neanche ascoltato. Il perché del gesto devono spiegarlo loro, ho visto che abbandonavano l’aula i consiglieri Scaramuzzi, Vacarella, Russo Frattasi, Loprieno, Magrone, Amoruso, Acquaviva, La Penna e Visconti. Mentre Bronzini inizialmente ha lasciato l’aula, poi è rientrato». Sul ruolo degli eletti, il capogruppo di Con è deciso: «Quello che posso dire con certezza è che tutte le volte in cui io ho denunciato atti amministrativi che avevano necessità di chiarimenti sono sempre stato ostacolato. Soprattutto nelle commissioni». Nella sua denuncia, il consigliere comunale mette in evidenze le troppe spese: «Nell’Amtab non funzionava l’impianto di depurazione delle acque reflue derivanti dalla pulizia dei mezzi, tanto che ci furono diverse ispezioni della polizia metropolitana» racconta Giannuzzi . «Si decide l’acquisto di un nuovo impianto - continua -, inserendo la spesa nel bilancio di previsione 2021. Un investimento di circa 300 mila euro che si può ammortare in un periodo di tempo medio-lungo, in modo che la spesa annuale risulti esigua. Al momento dell’acquisto però, l’azienda si affidò a un ente terzo. Quindi, per lo smaltimento delle acque reflue, Amtab arriva a spendere fino a 200 mila euro in un anno. Tutti gli anni. E lo stesso vale per le assunzioni, molte effettuate senza concorso attraverso agenzie interinali, negli stessi mesi in cui a causa del Covid i dipendenti venivano messi in cassa integrazione».