Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«In Amtab troppi sprechi E chi li fa viene promosso»

Giannuzzi (Con): «Non capisco certe scelte, le mie denunce mai ascoltate»

- Enrico Filotico

BARI L’affaire Amtab a Bari si arricchisc­e di dettagli. Dopo il tentativo di dimissioni del direttore generale Domenico Mariani e lo stop imposto da Luca D’Amore, amministra­tore giudiziari­o nominato dal Tribunale di Bari, ora è il turno della responsabi­lità della politica. La resa dei conti interna alla maggioranz­a a sostegno del sindaco Antonio Decaro era cominciata in occasione dell’ultimo consiglio comunale del mese di febbraio. In quell’occasione il capogruppo di Con in aula Dalfino, Francesco Giannuzzi, aveva evidenziat­o come le parole del sindaco Antonio Decaro sulla disponibil­ità di Amtab a collaborar­e con le forze dell’ordine risultasse­ro un po’ tardive e soprattutt­o causate dal solo intervento della magistratu­ra.

Relazione che provocò una durissima reazione da parte di Pd e liste civiche che, appena iniziato il discorso di Giannuzzi, decisero di abbandonar­e l’aula ad esclusione del solo Pierluigi Introna, eletto con il Partito democratic­o. A distanza di due settimane, Giannuzzi torna a parlare: «Il mio intervento era semplice, eventuali denunce dovevano arrivare prima. Magari da parte di chi gestiva l’azienda». E poi chiarisce: «Se l’inchiesta “Codice Interno” è piovuta come un fulmine a ciel sereno, invece, la responsabi­lità è della governance». E sulla nuova presidente, Angela Donvito, l’attacco è diretto: «È lì dal 2016, faceva parte del consiglio di amministra­zione quando il presidente era Pierluigi Vulcano. Non si può far passare l’idea che non sapesse nulla della gestione economica di Amtab. Il presidente Vulcano non faceva le relazioni trimestral­i sullo stato di salute dell’azienda». Sul ruolo dell’amministra­zione centrale, invece, Giannuzzi si avvale del beneficio del dubbio: «Non voglio dire che il sindaco abbia responsabi­lità in questa storia. Il suo ruolo è quello di fare le nomine nei vari enti, può sfuggire qualcosa. Certo è che se poi davanti a responsabi­lità così forti, che pongono in evidenza una gestione non proprio trasparent­e dell’azienda, persone che dovrebbero essere interdette dalla gestione del pubblico denaro vengono invece promosse... ammetto che mi crea un po’ di confusione».

Poi il consiglier­e comunale torna sulla rottura con i colleghi di maggioranz­a: «Chi è uscito dall’aula non ha neanche ascoltato. Il perché del gesto devono spiegarlo loro, ho visto che abbandonav­ano l’aula i consiglier­i Scaramuzzi, Vacarella, Russo Frattasi, Loprieno, Magrone, Amoruso, Acquaviva, La Penna e Visconti. Mentre Bronzini inizialmen­te ha lasciato l’aula, poi è rientrato». Sul ruolo degli eletti, il capogruppo di Con è deciso: «Quello che posso dire con certezza è che tutte le volte in cui io ho denunciato atti amministra­tivi che avevano necessità di chiariment­i sono sempre stato ostacolato. Soprattutt­o nelle commission­i». Nella sua denuncia, il consiglier­e comunale mette in evidenze le troppe spese: «Nell’Amtab non funzionava l’impianto di depurazion­e delle acque reflue derivanti dalla pulizia dei mezzi, tanto che ci furono diverse ispezioni della polizia metropolit­ana» racconta Giannuzzi . «Si decide l’acquisto di un nuovo impianto - continua -, inserendo la spesa nel bilancio di previsione 2021. Un investimen­to di circa 300 mila euro che si può ammortare in un periodo di tempo medio-lungo, in modo che la spesa annuale risulti esigua. Al momento dell’acquisto però, l’azienda si affidò a un ente terzo. Quindi, per lo smaltiment­o delle acque reflue, Amtab arriva a spendere fino a 200 mila euro in un anno. Tutti gli anni. E lo stesso vale per le assunzioni, molte effettuate senza concorso attraverso agenzie interinali, negli stessi mesi in cui a causa del Covid i dipendenti venivano messi in cassa integrazio­ne».

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Il consiglier­e comunale di Con, Francesco Giannuzzi.

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