Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Una vigilessa multa l’assessore e viene rimossa dal servizio Indagato il sindaco di Ginosa
A Vito Parisi (M5S) contestata la calunnia. La difesa: «Non ho ricevuto nulla» Nelle indagini coinvolti i vertici della polizia locale. Sono accusati di mobbing
«Apprendo del mio coinvolgimento da notizie stampa. Fino a questo momento non ho ricevuto nulla né io né nessun altro del Comune. È una cosa paradossale, forse la notizia la stanno diffondendo soltanto i legali della vigilessa». Vito Parisi, sindaco grillino di Ginosa, città al confine tra Taranto e Matera, è accusato di calunnia e tentato abuso d’ufficio ma non ha ricevuto l’avviso di conclusioni delle indagini avviate dalla Procura di Taranto dopo la denuncia presentata da un agente della polizia locale ginosina nel 2020. «Per ora non posso dire niente - aggiunge il sindaco appena riceverò gli atti mi muoverò di conseguenza per poter difendere la posizione dell’amministrazione comunale rispetto alle accuse che vengono mosse».
Le accuse sono varie e a carico non solo del sindaco, ma anche della comandante della Polizia locale Giovanna Ferretti, del suo vice Antonio Costantino e la vicenda chiama in causa pure due assessori. Proprio da un controllo effettuato nei confronti dell’assessore Domenico Gigante, che avrebbe accertato la mancata registrazione di un contratto di locazione e l’omissione del pagamento della tassa sui rifiuti, prende il via una sequenza di fatti che, secondo la denuncia della vigilessa, delicarico neano anche il mobbing.
A questo punto entrano in scena gli amministratori comunali. Secondo la tesi del pubblico ministero Rosalba Lopalco della Procura tarantina, Gigante sollecita il collega di giunta Nicola Picenna, con delega al settore, a rivolgersi agli alti gradi della polizia locale per cercare di bloccare l’attività di controllo dell’agente. Picenna chiede così un intervento al comandante
Ferretti la quale, secondo l’accusa, solleva la dipendente dai compiti che stava svolgendo e la invia di pattuglia a Ginosa Marina. A questo provvedimento si aggiungono una denuncia per sottrazione di fascicoli - rivelatasi poi falsa - e una serie di procedimenti disciplinari. In altre parole, scatta una presunta persecuzione «per motivi di acredine» a cui non è estraneo il vice comandante, Antonio Costantino. A dei due ufficiali di polizia locale la pm ipotizza il reato di maltrattamenti in concorso perché ritenuti autori di aver «screditato il lavoro della vigilessa», adottando «disposizioni di servizio pregiudizievoli prostrandola psicologicamente e costringendola ad abbandonare definitivamente l’ufficio».
Le contestavano anche altri addebiti, tutti rivelatisi non fondati, mentre la donna veniva anche insultata, come risulta dagli atti. Nel tempo questi comportamenti hanno causato alla vigilessa malesseri fisici che talvolta hanno richiesto il ricovero in ospedale e uno stato di ansia permanente, così come diagnosticato dai medici. Ai due ufficiali, e agli assessori, la Procura contesta un tentato abuso d’ufficio per aver tentato di sviare l’indagine sugli illeciti amministrativi, sanzionati, dell’assessore Gigante. Al sindaco Parisi è contestato il tentato abuso d’ufficio per aver cercato di fermare un controllo da parte della vigilessa su una casa vacanza, poi sottoposta comunque a sanzione, e il reato di calunnia per averla denunciata, su una informativa della Ferretti, per appropriazione di fascicoli comunali pur sapendo che fosse innocente.
Vito Parisi Appena riceverò gli atti mi muoverò Situazione paradossale