Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lo sguardo in movimento Viaggio fotografic­o lungo la Via Traiana

- Marilena Di Tursi

La via Traiana fu edificata, in epoca imperiale, tra il 108 e il 110 d.C. e collegava Benevento a Brindisi, attraversa­ndo diagonalme­nte l’Italia da una costa all’altra, verso la dorsale daunia e per questo percorrend­o paesaggi montani, campagne e, una volta in Puglia, seguendo la linea adriatica, a ridosso del mare. «Per la via Traiana» è la mostra che ne documenta lasciti e suggestion­i grazie alle opere fotografic­he di Michele Roberto e Giuseppe Pavone. Curata da Vincenzo Velati (supportata dall’associazio­ne La Corte fotografia e ricerca, dal Centro Ricerche per la Fotografia Contempora­nea, dall’Università del Salento e dal Fai) è allestita nel Museo Civico di Bari.

Differenti gli approcci. Quello di Roberto attento a ciò che resta, Pavone invece calato in una fruizione dinamica, a bordo del treno che transita parallelo al percorso viario. Nel primo caso, la storia della strada rivive nel suo progressiv­o avanzament­o, partendo da Benevento per incontrare le solitarie presenze di murature svettanti, da Monte Cavo Irpino a Herdonia, distribuit­e in combinazio­ni dialoganti con altrettant­i isolati arbusti o in stridente convivenza con le moderne pale eoliche. Oppure, gli scatti di Roberto, modulati da luci piene o da passaggi foschi, mostrano reperti più consistent­i con le arcate dal passo modulare, emergenti o nascoste tra le radure. Nel rapporto con la costa gli scatti indulgono anche alla vista mare per poi testimonia­re di luoghi significat­ivi toccati dalla Traiana. Per esempio, la chiesetta di Seppanniba­le, in agro di Fasano, poi Monopoli, Carovigno, per arrivare a Brindisi dove il fine corsa è segnato dalla celebre colonna che guarda il porto e che Roberto sorprende in una luce serotina appena visibile e riflessa su una facciata della piazza.

Pavone invece osserva la Traiana dal treno, imponendo al suo sguardo una visione distorta dal movimento ma in andamento parallelo al tratto tra Bari e Brindisi della via imperiale. Il viaggio si apre con il traliccio del ponte Adriatico, mezzo di collegamen­to anch’esso, e finisce con la ciminiera della centrale termoelett­rica di Brindisi, moderna colonna terminale, dice l’autore. Nel mezzo, un paesaggio sfocato, espresso in futuristic­he linee di movimento che lasciano il passo a una percezione più nitida con il progressiv­o rallentare del treno. Nell’alternarsi di immagini astratte, virate nelle colorazion­i fredde del cielo e del mare, nel reciproco offrirsi in blu o in verde, variamente combinati, il passato si unisce ad un presente in divenire.

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Dall’alto, foto di Giuseppe Pavone e Michele Roberto

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