Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Scelte sbagliate e distanza tra la proprietà e i tifosi
Quando a pochi minuti dalla fine di Bari-Sampdoria, dopo clamorose chance fallite, legni colpiti e rigori sbagliati dal Bari, Kasami, onesto centrocampista dei blucerchiati, ha freddato Brenno al culmine di un’azione che ha tagliato in due come il burro la difesa biancorossa, al San Nicola si è sfiorato lo psicodramma. Alle spalle dei pugliesi, il baratro di una classifica impietosa. In quel momento c’era ancora la speranza che l’Ascoli, alle spalle della squadra di Iachini, non facesse risultato contro il Lecco in un match in programma all’indomani. Invece, come nel peggiore degli incubi, i marchigiani hanno dominato contro i lombardi, e il Bari si ritrova adesso a soli tre punti dalla serie C.
Chi mai l’avrebbe detto solo qualche mese fa, quando Di Cesare e soci contendevano al Cagliari la promozione nella massima categoria? Alla base di tutto c’è un mercato fino a questo punto fallimentare, caratterizzato da molte scommesse (perse), qualche nome pesante (deludente) e una fatica incredibile da parte di tanti calciatori a entrare in condizione. All’andata era stato Aramu il godot della situazione. Al ritorno è Puscas l’oggetto del desiderio deluso. Il romeno ha realizzato due reti, ma nel complesso non è ancora stato impattante come tutti avrebbero sperato. All’inizio pesante e lento, ora sicuramente più vivace, ma sciagurato in alcune circostanze sotto porta, è lo specchio di un Bari che non va. Non gli manca la buona volontà, ma non gode di fiducia, probabilmente in se stesso, sicuramente da parte del pubblico.
E a proposito di pubblico, ecco un ulteriore elemento di negatività. Lo scollamento tra piazza e proprietà era già piuttosto chiaro, adesso è marcata anche la distanza con la squadra, rea di onorare poco la maglia. Sconfitte, fischi, pressione, nuove sconfitte.
Un circolo vizioso da interrompere.