Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Troppe carenze e criticità» Stop agli accreditamenti alla Cittadella della Carità
La casa di cura tarantina va verso una chiusura annunciata Una cinquantina di pazienti della struttura già trasferiti o dimessi
Per la Cittadella della carità di Taranto sembra si sia giunti ai titoli di coda, almeno a giudicare dalla decisione adottata dagli uffici regionali di avviare le procedure di revoca degli accreditamenti, con diffida a sospendere nell’immediato tutte le attività ambulatoriali e di degenza. Troppo grosse si sono rivelate le criticità funzionali riscontrate dagli organi di controllo. La notizia si è appresa nel pomeriggio di ieri, durante l’incontro svoltosi presso la sede della Regione Puglia tra Comitato regionale per il monitoraggio del sistema economico produttivo e delle aree di crisi(Sepac), dirigenti regionali e sindacati. Le operazioni di trasferimento di una cinquantina di pazienti sono iniziate già ieri sera sotto il coordinamento della Asl di Taranto.
È un colpo durissimo per la struttura sanitaria che sorge nel quartiere Paolo VI, un tempo fiore all’occhiello della sanità privata accreditata pugliese, oggi travolta da una crisi finanziaria senza precedenti.
Un fulmine arrivato non proprio a ciel sereno, tenuto conto delle nitide avvisaglie di un collasso che sembrava incombente. Il drastico provvedimento regionale è stato notificato l’altro ieri, oltre che al Cda della Cittadella, anche alla Asl e alla Procura della Repubblica tarantina che sulla struttura sanitaria ha da tempo acceso un faro. A ufficializzare il provvedimento regionale è stata ieri la dirigente del Servizio Accreditamento e qualità, Elena Memeo, durante la riunione con i sindacati fissata per fare il punto sul difficile momento che la Cittadella della carità sta attraversando soprattutto a causa delle esposizioni debitorie per circa 20 milioni di euro. Insolvenze che hanno fatto scattare il pignoramento dell’intera clinica e dei terreni di sua pertinenza: un corposo compendio finito all’asta. Non solo. Nei giorni scorsi è stata avviata l’istanza fallimentare su iniziativa dei dipendenti che rivendicano il Tfr mai percepito.
Sconcerto è stato espresso dai sindacati che da tempo seguivano l’evolversi della situazione. Flavia Ciracì, segretaria territoriale della Cils Fp, ha dichiarato «Noi abbiamo sempre avuto timore dopo gli esiti dei controlli, ma l’azienda ci ha rassicurati affermando che avrebbe risolto le criticità. Malgrado ciò i nostri dubbi non si sono dissipati e oggi possiamo dire che avevamo ragione. Abbiamo chiesto la convocazione urgente dell’azienda davanti al Sepac che, a sua volta, l’ha inviata a convocare le organizzazioni sindacali».
Insomma, i tempi d’oro della Cittadella sembrano un ricordo sbiadito: oggi soggiace al fuoco di fila di banche, dipendenti senza Tfr, Regione e sindacati che più volte avevano puntato il dito contro la presunta malagestione del Cda presieduto da Salvatore Sibilla. Quest’ultimo Sibilla è peraltro indagato dallo scorso novembre, nella sue veste di presidente del Cda, per una presunta evasione fiscale di 1.700.000 euro. «La Cisl funzione pubblica ha sempre avuto timore dopo gli esiti dei controlli, ma l’azienda ci ha sempre rassicurati, però oggi i fatti dicono che avevamo ragione a dubitare di quanto ci veniva riferito dalla dirigenza che non ha perso occasione per minimizzare e persino smentire le allarmanti notizie di stampa, rivelatesi vere», sostiene Flavia Ciracì, segretaria territoriale della Cisl Fp. «È la cronaca di una morte annunciata su cui più volte abbiamo tentato di accendere i riflettori e che oggi si tramuta in uno tsunami che travolge lavoratori ma anche pazienti e cittadinanza, afferma invece il segretario generale della Cgil di Taranto, Giovanni D’Arcangelo. Per domani pomeriggio, Cisl e Cgil hanno indetto un’assemblea dei lavoratori. Sono in 160 a tribolare in queste ore per un futuro occupazionale che si fa sempre più fosco.
La crisi
Un tempo fiore all’occhiello della sanità privata pugliese, oggi è travolta da una grave crisi finanziaria