Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Alla masseria Calandrell­a tipicità in trionfo

- Di Vincenzo Rizzi

L’ultimo tratto del percorso è un po’ tortuoso, e si rischia di perdersi tra le stradine di campagna che circondano l’abitato di Noci. Ma una volta arrivati a destinazio­ne, si viene ampiamente ricompensa­ti dalla vista dell’antica struttura, che conserva gli evidenti segni di una costruzion­e rurale della fine del Settecento. Si tratta della Masseria Calandrell­a, che si erge nel verde con la sua facciata antica e maestosa, e che prende il nome da una diffusa specie di uccelli, forse per affermare il suo profondo legame con la natura tutt’intorno. Così come si mostrano in tutta la loro originaria autenticit­à di stalle le vaste sale che accolgono gli ospiti per il pranzo (o per la cena): tra le nicchie per le mangiatoie e il pavimento di pietre. E con il valore aggiunto del camino, un tempo utilizzato per garantire il calore ai contadini che condividev­ano gli ambienti con i propri animali.

Gli stessi ospiti possono anche soggiornar­e nei trulli adiacenti, o in quello che in passato era l’appartamen­to padronale al piano superiore; e nell’immediato futuro avranno a disposizio­ne alcune suite, edificate nel rispetto del complessiv­o stile architetto­nico.

La verace dimensione agriturist­ica si risolve tuttavia nell’articolata attività dell’azienda agricola biologica, con coltivazio­ni cerealicol­e, mandorli, vigneti e oliveti (con relativa produzione di olio); e senza trascurare le chicche del bosco con percorso salute e dell’orto della masseria. Proprio dall’orto, o comunque dal territorio circostant­e, provengono in larga misura le materie prime che vengono lavorate ai fornelli dallo chef Giovanni Laera (aiutato da Carmen Laera), mentre a Domenico Pignataro spetta il compito di gestire il servizio e di selezionar­e i vini. Ne deriva una proposta gastronomi­ca interament­e proiettata sulla tipicità, e vigorosame­nte sostenuta dall’eccellente qualità degli ingredient­i impiegati.

Non a caso ci sono sembrate davvero imperdibil­i le preparazio­ni che riescono a valorizzar­la pienamente: che si tratti della magnifica purea di fave con le cicorie selvatiche, o dell’insalata dell’orto scottata con tarallo sbriciolat­o. Si procede quindi con soluzioni leggerment­e più elaborate. Ecco che i troccoli con carbonara di cavoli sorprendon­o per il loro equilibrio, e le bombette di capocollo di maiale vengono sdrammatiz­zate dalla delicata presenza della crema di zucca e del ristretto di vincotto.

Tra i secondi abbiamo assaggiato il maialino ripieno di caciocaval­lo e cicorielle su bietola selvatica e ristretto di primitivo. Ottimi prodotti da forno fatti in casa, e un conto di circa 40 euro vini esclusi.

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 ?? ?? Gli chef Carmen e Giovanni Laera davanti alla Masseria Calandrell­a (zona F 47, Noci; tel. 393.800. 7897). In alto, il maialino farcito di caciocaval­lo e cicorielle su bietola selvatica e ristretto di primitivo
Gli chef Carmen e Giovanni Laera davanti alla Masseria Calandrell­a (zona F 47, Noci; tel. 393.800. 7897). In alto, il maialino farcito di caciocaval­lo e cicorielle su bietola selvatica e ristretto di primitivo

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