Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’operazione verità della destra: Emiliano a colloquio con i criminali atto di sottomissione alle cosche
Gemmato: «Lo scioglimento del Comune sarebbe un’onta»
«Un’operazione verità» per riaffermare l’urgenza di accendere i riflettori su Bari. Tanto più dopo alcune rivelazioni che fanno risaltare il contatto tra il governatore Emiliano e il sindaco Decaro con esponenti contigui alla criminalità.
Si pronunciano parole pesanti nella sala consiliare del Comune. L’incontro con i cronisti è definito «operazione verità», ma è pure un’operazione politica: per segnalare che il centrodestra non arretra dopo la manifestazione del centrosinistra di sabato scorso contro l’ispezione in Comune decisa da Roma. La prima comunicazione che si spedisce all’opinione pubblica è una sala gremita e lo stato maggiore del centrodestra pugliese schierato nell’aula.
La scelta del luogo non è casuale: «Siamo qui - spiega il sottosegretario Marcello Gemmato, coordinatore di FdI - perché avremmo voluto che in quest’aula Decaro avesse risposto alle domande dei nostri consiglieri dopo l’inchiesta che ha portato a 130 arresti e alla scoperta delle infiltrazioni dei clan nell’Amtab». Proprio l’assenza di risposte da parte del sindaco ha indotto i parlamentari di centrodestra a «interloquire con il ministro dell’Interno Piantedosi», al quale sono state chieste «parole di conforto» sulla situazione della sicurezza in città. «Non siamo andati a chiedere lo scioglimento del Comune - dice Gemmato - perché quella eventualità sarebbe un’onta per noi».
«Non desideriamo questa macchia» fa eco il senatore Roberto Marti, segretario della Lega. Il quale trova però aberrante che Decaro abbia definito un «atto di guerra» (del ministro) la commissione ispettiva mandata in Comune. Certo non è piacevole per un sindaco vedersi arrivare gli ispettori. Marti riconosce che la norma che lo consente è «inadeguata» e debba essere cambiata («non offre garanzie che chi governa si assuma la responsabilità di amministrare»). Qui il senatore si muove sul filone dell’autonomismo caro alla Lega.
Severissimo l’intervento del vice ministro Francesco Paolo Sisto, avvocato penalista. Si fa accompagnare dalla proiezione di un video: sono le parole di Emiliano al comizio di sabato. Analizza ogni frame del filmato. Si sofferma sul punto in cui il governatore rievoca di aver accompagnato Decaro, allora suo giovane assessore comunale al traffico, dalla sorella del boss Capriati, perché non fosse disturbato nei rilievi a Bari Vecchia. A Sisto pare «un gesto di riconoscimento del potere mafioso». Se si dice a quella donna «te lo affido, significa che le istituzioni sono nelle mani dei clan». Mentre un pubblico ufficiale, come era allora il sindaco Emiliano, aveva il dovere di denunciare la minaccia subita dal suo assessore Decaro. «Fosse capitato ad un imprenditore di affidare un proprio dipendente ad un boss, Emiliano, da magistrato, l’avrebbe indagato per concorso esterno in associazione mafiosa». Sisto aggiunge che l’ispezione in Comune prescinde da ogni valutazione del profilo penale delle attività degli amministratori. «Sono due questioni separate». L’ispezione è un atto amministrativo, in capo al prefetto, che non c’entra nulla con la responsabilità penale dei soggetti politici coinvolti. Per questo respinge l’accusa di «giustizialismo» mossa dalla sua stessa compagna di partito Licia Ronzulli. Lo scioglimento del Comune? «Non è nella nostra prospettiva». Sisto conclude, tra gli applausi, che «Bari non è mafiosa e giù le mani da Bari lo diciamo noi». Il leghista Davide Bellomo intende ribaltare la prospettiva degli eventi: «Sembra che gli imputati siamo noi» mentre nelle carte dell’inchiesta c’è il riferimento a una campagna elettorale di Decaro. Sicché «viene il dubbio che l’attacco del sindaco al centrodestra abbia l’obiettivo di difendere le proprie malefatte».
Il senatore Filippo Melchiorre (FdI) ritorna sulla manifestazione del centrosinistra: «Migliaia di persone pensavano di essere dalla parte dello Stato, sono stati ingannati, erano contro lo Stato». Ricorda tutte le volte in cui, dal lontano 2019, i consiglieri comunali del centrodestra, hanno chiesto chiarimenti a Decaro sull’Amtab. Non sono mai arrivate risposte. E quando le domande sono state rivolte da un consigliere di maggioranza, Francesco Giannuzzi, il centrosinistra è uscito dall’aula. «Questa è omertà».
Melchiorre chiude inviando idealmente a Decaro 10 domande. «Aspettiamo le risposte».
Melchiorre Cosa è l’omertà? È quando la maggioranza esce dall’aula perché si parla di Amtab