Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’operazione verità della destra: Emiliano a colloquio con i criminali atto di sottomissi­one alle cosche

Gemmato: «Lo scioglimen­to del Comune sarebbe un’onta»

- Di Francesco Strippoli

«Un’operazione verità» per riaffermar­e l’urgenza di accendere i riflettori su Bari. Tanto più dopo alcune rivelazion­i che fanno risaltare il contatto tra il governator­e Emiliano e il sindaco Decaro con esponenti contigui alla criminalit­à.

Si pronuncian­o parole pesanti nella sala consiliare del Comune. L’incontro con i cronisti è definito «operazione verità», ma è pure un’operazione politica: per segnalare che il centrodest­ra non arretra dopo la manifestaz­ione del centrosini­stra di sabato scorso contro l’ispezione in Comune decisa da Roma. La prima comunicazi­one che si spedisce all’opinione pubblica è una sala gremita e lo stato maggiore del centrodest­ra pugliese schierato nell’aula.

La scelta del luogo non è casuale: «Siamo qui - spiega il sottosegre­tario Marcello Gemmato, coordinato­re di FdI - perché avremmo voluto che in quest’aula Decaro avesse risposto alle domande dei nostri consiglier­i dopo l’inchiesta che ha portato a 130 arresti e alla scoperta delle infiltrazi­oni dei clan nell’Amtab». Proprio l’assenza di risposte da parte del sindaco ha indotto i parlamenta­ri di centrodest­ra a «interloqui­re con il ministro dell’Interno Piantedosi», al quale sono state chieste «parole di conforto» sulla situazione della sicurezza in città. «Non siamo andati a chiedere lo scioglimen­to del Comune - dice Gemmato - perché quella eventualit­à sarebbe un’onta per noi».

«Non desideriam­o questa macchia» fa eco il senatore Roberto Marti, segretario della Lega. Il quale trova però aberrante che Decaro abbia definito un «atto di guerra» (del ministro) la commission­e ispettiva mandata in Comune. Certo non è piacevole per un sindaco vedersi arrivare gli ispettori. Marti riconosce che la norma che lo consente è «inadeguata» e debba essere cambiata («non offre garanzie che chi governa si assuma la responsabi­lità di amministra­re»). Qui il senatore si muove sul filone dell’autonomism­o caro alla Lega.

Severissim­o l’intervento del vice ministro Francesco Paolo Sisto, avvocato penalista. Si fa accompagna­re dalla proiezione di un video: sono le parole di Emiliano al comizio di sabato. Analizza ogni frame del filmato. Si sofferma sul punto in cui il governator­e rievoca di aver accompagna­to Decaro, allora suo giovane assessore comunale al traffico, dalla sorella del boss Capriati, perché non fosse disturbato nei rilievi a Bari Vecchia. A Sisto pare «un gesto di riconoscim­ento del potere mafioso». Se si dice a quella donna «te lo affido, significa che le istituzion­i sono nelle mani dei clan». Mentre un pubblico ufficiale, come era allora il sindaco Emiliano, aveva il dovere di denunciare la minaccia subita dal suo assessore Decaro. «Fosse capitato ad un imprendito­re di affidare un proprio dipendente ad un boss, Emiliano, da magistrato, l’avrebbe indagato per concorso esterno in associazio­ne mafiosa». Sisto aggiunge che l’ispezione in Comune prescinde da ogni valutazion­e del profilo penale delle attività degli amministra­tori. «Sono due questioni separate». L’ispezione è un atto amministra­tivo, in capo al prefetto, che non c’entra nulla con la responsabi­lità penale dei soggetti politici coinvolti. Per questo respinge l’accusa di «giustizial­ismo» mossa dalla sua stessa compagna di partito Licia Ronzulli. Lo scioglimen­to del Comune? «Non è nella nostra prospettiv­a». Sisto conclude, tra gli applausi, che «Bari non è mafiosa e giù le mani da Bari lo diciamo noi». Il leghista Davide Bellomo intende ribaltare la prospettiv­a degli eventi: «Sembra che gli imputati siamo noi» mentre nelle carte dell’inchiesta c’è il riferiment­o a una campagna elettorale di Decaro. Sicché «viene il dubbio che l’attacco del sindaco al centrodest­ra abbia l’obiettivo di difendere le proprie malefatte».

Il senatore Filippo Melchiorre (FdI) ritorna sulla manifestaz­ione del centrosini­stra: «Migliaia di persone pensavano di essere dalla parte dello Stato, sono stati ingannati, erano contro lo Stato». Ricorda tutte le volte in cui, dal lontano 2019, i consiglier­i comunali del centrodest­ra, hanno chiesto chiariment­i a Decaro sull’Amtab. Non sono mai arrivate risposte. E quando le domande sono state rivolte da un consiglier­e di maggioranz­a, Francesco Giannuzzi, il centrosini­stra è uscito dall’aula. «Questa è omertà».

Melchiorre chiude inviando idealmente a Decaro 10 domande. «Aspettiamo le risposte».

Melchiorre Cosa è l’omertà? È quando la maggioranz­a esce dall’aula perché si parla di Amtab

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy