Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Arrivano i commissari Con il primo cittadino reso incandidabile porte sbarrate in Regione
È già operativa la commissione prefettizia di accesso al Comune di Bari. Presto, si presume, si metterà all’opera nello studio dei documenti per accertare l’eventuale infiltrazione mafiosa. Ieri mattina sono arrivati a Palazzo di città i tre commissari: il prefetto in pensione Claudio Sammartino, il vice prefetto Antonio Giannelli, il maggiore della Guardia di finanza Pio Giuseppe Stola. Sono stati ricevuti dal segretario generale Dino Susca che dovrà interloquire con i commissari per le attività di accesso (e tutti gli atti che essi richiederanno). Subito dopo la commissione ha incontrato il sindaco Antonio Decaro per un breve saluto. «Da noi - ha detto il primo cittadino - riceverà la massima disponibilità. Le porte del Comune sono spalancate».
Cosa potrà succedere ora? Si presume che l’ispezione possa durare un bel po’. Il Comune produce 20mila atti dirigenziali all’anno, compresi quelli di raccordo con la controllata Amtab, società per azioni di proprietà del Comune, finita in amministrazione giudiziaria. I controlli non riguardano solo gli organi elettivi - sindaco e consiglieri comunali - ma tutta la macchina amministrativa.
Gli esperti spiegano che esistono due ipotesi: la prima è che si accerti l’infiltrazione tra i dipendenti. In questo caso il ministero dell’Interno interviene con la sospensione o il trasferimento dei dipendenti coinvolti. La seconda ipotesi, politicamente più grave, è che si accerti un collegamento dei clan con il sindaco e/o i consiglieri comunali. In questo caso potrebbe essere disposto lo scioglimento del consiglio comunale. Anche quello che dovesse sortire dalle urne di giugno.
L’ipotesi dello scioglimento è guardata con estrema attenzione: perché sarebbe una macchia sul percorso politico di Decaro e perché il sindaco potrebbe essere dichiarato incandidabile dalla Corte d’Appello. Non è una situazione scontata. Cioè: non è detto che si decreti automaticamente l’incandidabilità nel caso di commissariamento e scioglimento. Ma la richiesta di renun dere non candidabile Decaro è nel novero delle possibilità. Questo ha un effetto rilevantissimo.
Circola un’ipotesi in queste ore, sostenuta nelle fila del centrosinistra. La seguente: che l’obiettivo dell’opposizione di Decaro non sia soltanto lo scioglimento del Comune e il commissariamento per 18 mesi, dando così al centrodestra di recuperare uno svantaggio politico sensibile sul territorio barese. Il vero traguardo sarebbe di ottenere l’incandidabilità di Decaro - che tuttavia sarebbe nelle mani dei magistrati della Corte d’appello, non di organo amministrativo - e così sbarazzarsi di lui e della sua corsa alle Regionali del 2025.
Intendiamoci: la partita per la poltrona pù alta di Via Gentile non è per nulla definita. Si sa che Michele Emiliano vuole correre per il terzo mandato, se le norme glielo consentiranno. Tuttavia è nota anche l’aspirazione di Decaro. E se il sindaco a giugno dovesse essere eletto eurodeputato, lascerebbe volentieri il seggio a Bruxelles per diventare governatore. Ora, siccome il consenso di cui gode nel centrosinistra è molto alto, i suoi avversari preferirebbero confrontarsi con Emiliano (in calo di popolarità) piuttosto che con lui.
Per ora Decaro si concentra sull’attualità . Ha letto le 10 domande inviategli nel corso di una conferenza stampa (vedi in basso a pagina 2) e risponde
Controlli all’Amtab Emiliano segnalò alla Procura la questione dell’assunzione di parenti di esponenti della criminalità organizzata, Parisi compreso
per iscritto. La prima replica è sul «controllo analogo» (il Comune che vigila su una propria società). «Il controllo analogo nei confronti dell'Amtab - dice il sindaco - non è di polizia o di natura giudiziaria: ogni volta che sono emersi elementi con un possibile rilievo giudiziario, sono state fatte le opportune segnalazioni. Ho accertato che Emiliano, da sindaco, segnalò al procuratore della Repubblica dell’epoca la questione dell’assunzione di parenti di esponenti della criminalità organizzata, Parisi compreso».