Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Frida Kahlo, immagini di un’icona del Novecento
Non le sue opere, ma le fotografie che la ritraggono scortandone un’esistenza non meno artistica. Parliamo di Frida Kahlo (Città del Messico, 6 luglio 1907 – 13 luglio 1954) e della mostra «Frida Kahlo. Una vita rivoluzionaria» che si apre domani (ore 18) nel Castello aragonese di Otranto per spalmarsi su tutta la stagione fino a novembre. Come di consueto, una personalità magnetica per attirare un pubblico ampio e per aprire la stagione delle mostre che ormai giocano sulla forza attrattiva del nome anche con piccoli assaggi o virando, come in questo caso, su repertori di immagini fotografiche scattate da estimatori. La mostra su Frida Kahlo, promossa dal Comune di Otranto, è curata dalla ditta torinese Art Book Web e dalla locale 3seizero, specialisti nel confezionamento di pacchetti espositivi.
In ogni caso, eternata da grandi fotografi dell’epoca come Edward Weston, Lucienne Bloch, Nicholas Murray, Leo Matiz, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Frida Kahlo conferma il suo piglio singolare in pose che la inchiodano agli inconfondibili tratti somatici, agli amati abiti gitani, ai vistosi gioielli, guarnita di fiori nei capelli sempre legati, con lo sguardo che sfida l’osservatore e con esso convenzioni e canoni domitumultuoso nanti. Fotografie che vanno a costituire un repertorio da cui attinge per la sua produzione pittorica, che infatti mostra analoghe fogge e comparabili assetti nelle posture. Riferiscono di una vita intensa sin dalle immagini del padre Guillermo Kahlo, testimone e fotografo della sua infanzia prima e della giovinezza dopo, funestata dall’insorgere della poliomielite che la rende claudicante.
L’obiettivo della mostra è anche quello di intercettare aspetti determinanti non solo della sua storia di artista e di intellettuale ma anche del Messico degli inizi del Novecento, in atmosfere post-rivoluzionarie in cui si inserisce anche il rapporto con il marito e artista Diego Rivera, muralista che dà volto ai soggetti cari alla rivoluzione messicana, iniziata nel 1911 e guidata da Emiliano Zapata e Pancho Villa. Nella mostra è compreso un gruppo di piccole fotografie, scattate in formato polaroid dal gallerista Julien Levy, che definiscono una Frida più intima e si soffermano anche su Casa Azul, l’abitazione della coppia a Coyoacàn, trasformata in un museo: conserva le opere di Frida Kahlo, dello stesso Rivera e di amici artisti come Paul Klee, Marcel Duchamp e Yves Tanguy.