Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
PORRE UN ARGINE AL TRASFORMISMO
Ifatti del Comune di Bari dovrebbero insegnare molto sull’attenzione necessaria nella scelta dei candidati da proporre all’elettore. La vittoria, per quanto auspicata, non può essere conseguita a tutti i costi, magari rinunciando proprio alla scelta dei candidati più idonei. Il problema riguarda i partiti e le coalizioni. Nel caso specifico di Bari non si è trattato di scelta improvvida, ma di puro trasformismo. I candidati arrestati, infatti, erano stati eletti nelle liste del centrodestra. Quel centrodestra che, senza un minimo di autocritica, oggi invoca lo scioglimento del Consiglio comunale.
Dovrebbe essere assai chiaro che chi sale sul carro del vincitore il giorno dopo non può aver cambiato repentinamente i suoi ideali tanto da rinnegarli. Succede per ansia di potere. Questo non solo altera la natura della contesa politica, ma anche il senso, il significato del potere che tende a perdere la sua qualità di servizio. Prestarsi alla cooptazione di un eletto non è mai un atto di saggezza, semmai di debolezza. È un gioco a cui nessun segretario serio di partito dovrebbe prestarsi. Tuttavia, nel caso di motivazioni serie da parte dell’eletto, come nel gioco dell’oca, bisognerebbe tenerlo fermo un giro.
Qualcosa di analogo accade con le liste di appoggio che nascono a sostegno di un candidato sindaco o di presidente di Regione. È escluso che siano un allargamento del gioco democratico, sono collettori di voti e, in caso di vittoria, di relative contropartite in termini di potere e di posti di prestigio. Non è inverosimile, quindi, pensare che tali formazioni siano piuttosto aggregazioni di interesse. D’altronde manca ad esse un background storico-culturale che possa giustificarne la discesa in campo. Il trasformismo e le liste di appoggio non sono solo mali per la democrazia, ma incidono profondamente sul valore che la Costituzione assegna ai partiti, in particolare la capacità di aggregare interessi diffusi e idee politiche. L’attuale crisi dei partiti ha origini proprio nell’incapacità che essi hanno di costruire idealità, battaglie serie e riconoscibili, di coinvolgere i cittadini in un progetto politico condiviso. Il contrasto al trasformismo e alle liste di appoggio potrebbe essere un incentivo a ridefinire una politica centrata sui bisogni degli elettori.