Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dell’ottimo pesce nel cuore della Murgia
Si è sempre chiamato Ristorante del Corso, anche se in Puglia è sempre stato indicato con il pittoresco soprannome attribuito al suo leggendario titolare: U Cicatidde. Tutto questo è ben noto a Giuseppe Tafuni, che nei primi anni del nuovo millennio ha deciso di rilevare il locale e di gestirlo nella sua sede originaria, ubicata nel cuore del borgo antico di Altamura, a due passi dalla maestosa cattedrale. Oltre a decidere di lasciarne (in un primo tempo) inalterato il nome, Ristorante del Corso appunto, forse per rispetto nei confronti di un pezzo di storia della sua città.
Città dove da ragazzo ha compiuto i primi passi nel settore (alternandoli agli studi di chimica e di biologia), e dove è tornato dopo una lunga permanenza all’estero, tra Stati Uniti e Inghilterra, per garantirsi importanti esperienze formative in prestigiose strutture internazionali. Giuseppe tuttavia non è privo di spirito imprenditoriale, e sa cogliere al volo le occasioni propizie. Non a caso già da qualche anno si è trasferito in una location più moderna e funzionale, facilmente ragsce, giungibile da chi viene da fuori. Si trova infatti in un’elegante zona periferica, e dispone di ambienti ampi e luminosi, impreziositi dalla collezione di locandine cinematografiche d’epoca, e culminanti nel ridente giardino interno con piante tipiche della macchia mediterranea.
Qui in estate viene allestito il rilassante dehors, e qui ci piace pensare che cresca il biancospino al quale si ispira l’attuale attività, definita Biancospino by Ristorante del Corso, proprio per sottolineare la continuità tra il passato e il presente. Così come la classicità della cucina (non soltanto) ittica tradizionale viene ingentilita da qualche tocco innovativo ad opera dello chef Andrea Calabria.
Lo dimostra il fascinoso panorama degli sfilettati di peche hanno il merito di riuscire a valorizzare l’ottima qualità della materia prima. Si va dalla tartare di sarago con gel di prezzemolo, fino al ceviche di pezzogna servito nel contenitore di vetro. Passando attraverso il carpaccio di scorfano con verdure croccanti, gel alla menta e gel ai frutti di bosco; e con il valore aggiunto della testa e della lisca fritte e portate in tavola.
Stessa linea per le portate successive. A partire dalla convincente ventata di freschezza della panzanella di mare con gamberi, avocado e acqua di pomodoro. Davvero una bella idea, che funge da perfetto preludio per il sapore più marcato dei tubetti con spezzatino di mare e spuma di patate affumicate.
La selezione enologica è di notevole spessore, e si spendono circa 60 euro esclusi i vini.