Corriere del Trentino

Il cinismo di Lina Wertmüller «Giovani e carriera artistica? È meglio andare in pizzeria»

- Silvia Pagliuca

TRENTO Dita infarinate, mozzarella e pomodoro. Il futuro dei giovani italiani va poco oltre una buona pizza. «Perché, per inseguire arti e passioni, è meglio prima trovare di che mangiare». Il consiglio, spassionat­o, arriva dritto dritto da una delle più grandi cineaste italiane: Lina Wertmüller. È lei ad ammettere che: «Sì, essere giovani oggi è un bel problema, specie se si ha il pallino della carriera artistica».

Ma se l’ambizione batte forte e al cinismo non si vuole cedere, meglio muoversi armati di forza e disciplina, imparando in primis a fare da sé. «Nessuno sarà disposto ad aiutarti, specie in un periodo recessivo come quello nel quale viviamo» chiarisce lo scrittore Vanni Santoni, arrivato al grande pubblico con il romanzo Personaggi precari, 579 micro storie che raccontano l’universo liquido della modernità. «Se un tempo, infatti, l’identità personale passava dal lavoro sicuro, stabile, concreto, oggi poco si può chiedere a stage, tirocini e contratti interinali. Le nostre scelte devono essere guidate da una consapevol­ezza diversa: chi si avvicina alle profession­i dell’arte e della creatività, sarà sottopagat­o o, peggio, si ritroverà a lavorare gratis in cambio della visibilità. Non è bello, ma è forse l’unica cosa da fare, un compromess­o da accettare, almeno all’inizio» riflette Santoni, la cui carriera da scrittore è partita proprio con un semplice blog.

Poco o nulla è cambiato, dunque, nella cosiddetta «Terra dei cachi», quella che Elio e le storie tese cantarono nel lontano 1996: «Non esiste la meritocraz­ia nel nostro Paese e se uno è bravo è meglio che impari a farsi furbo, fingendo di non esserlo. Forse così avrà qualche chance in più » commenta amaro. «In Italia siamo convinti che con la cultura non si mangi — continua Elio — così negli ultimi vent’anni non abbiamo fatto altro che distrugger­e la scuola. Ai giovani consiglio di essere audaci, determinat­i e di non dimenticar­si del caso. Io stesso ho iniziato suonando, mi sono fatto conoscere cantando e poi? Ho iniziato a guadagnare parlando. La cosa che pensavo di saper fare peggio». Già il caso, «lo stesso che — svela la regista Wertmüller — mi ha fatta diventare ciò che sono oggi. Ero una ribelle, poi ho conosciuto Flora, un’amica che sarebbe diventata moglie di Marcello Mastroiann­i, e da quell’incontro la mia vita è cambiata».

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(Rensi) Vis a vis Wertmüller e Elio

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