Negozi, il new deal vincente
Viaggio tra gli esercenti che hanno deciso di innovare . De Grandi: fermento positivo
Qualità e continuo rinnovamento. Sono due gli elementi che stanno cambiando la fisionomia di bar, ristoranti, circoli e negozi della città. «Le carte vincenti sono queste» conferma Giorgio De Grandi del Consorzio Trento Iniziative.
TRENTO Qual è il segreto del successo in un periodo di crisi? Se lo si chiede ad alcuni dei titolari delle nuove attività del centro storico di Trento, i segreti sono due. Qualità e continuo rinnovamento. Sono questi gli elementi che stanno cambiando la fisionomia di parte della città. E del modo di consumare dei suoi abitanti, che nell’ultimo anno hanno visto nascere bar, ristoranti, circoli e negozi. Attività che, a detta dei titolari, riescono a funzionare in tempo di crisi allontanandosi da una gestione più tradizionale per offrire servizi e prodotti che sono il risultato di un’attenta ricerca di qualità che spesso guarda oltre i confini provinciali.
Ne è un esempio il bar ristorante «Le fil vert» di Renzo Armani Filippi e Thomas Deavi. «Abbiamo voluto introdurre a Trento quello che può essere definito bistrot francese — racconta Filippi — Un elemento che ci contraddistingue è la varietà dei nostri piatti. Continuiamo a cambiare il menù anche perché la nostra è una cucina di mercato, nel senso che prepariamo piatti a seconda dei prodotti freschi che riusciamo a trovare». Ed è proprio la voglia di cambiare e innovarsi la carta vincente de « Le fil vert » . « Bisogna andare via, scoprire, tornare e poi creare un’offerta adatta a casa tua, introducendo però prodotti innovativi — dice Filippi — So, ad esempio, che i trentini amano i prodotti di qualità e, a causa del lavoro, mangiano a qualsiasi ora. Ed è per questo che teniamo aperta la cucina fin dalla tarda mattinata, proponendo un menù vario ed etnico. E adesso stiamo anche per introdurre le consegne a domicilio». I clienti dell’osteria possono trovare, oltre al cibo di qualità, anche esposizioni artistiche e spettacoli musicali.
Il concetto di rinnovamento continuo è stato abbracciato anche dai titolari del nuovo «Social Store». «La nostra è una piazza dove artisti, artigiani ed associazioni possono esporre, per un certo periodo di tempo, le proprie opere — spiega uno dei titolari, Jury Cocuzzi — ma anche fornire servizi. A seconda della settimana i clienti possono scoprire opere di designer, scultori, lavoratori del cuoio, pittori. E nel frattempo bersi un bicchiere di vino. Ma anche partecipare a corsi di lingua, di arti marziali, di musica, restauro e altro ancora. E stiamo pensando anche di far partire servizi di baby-sitting e stiratura».
Anche la paninoteca «Il posto di Ste» si caratterizza per una continua ricerca della qualità. «Prima di iniziare ho fatto ricerche e ho scoperto che quello che mancava a Trento era un locale che offrisse panini di alta qualità — racconta il titolare, Stefano Bertoni — Ho, poi, investito molto nel rinnovamento del locale, pensando che questa spesa sarebbe stata sostenuta nel tempo». Ed è andata proprio così. «L’andamento degli affari sta rispettando il business plan — dice il titolare — e sono riuscito a farmi una clientela fatta di persone benestanti. Nel mio locale possono trovare un posto tranquillo, ma soprattutto un’alta qualità. È questo il modo per allontanarsi dal mondo dei bar tradizionali, dove il più grande prevale sul più piccolo. Io spendo molto tempo per cercare i prodotti migliori e continuo a cambiare produttori perché dopo un po’ non soddisfano più i miei standard. Ne ho cambiati più di 30 in 11 mesi di attività».
La continua ricerca di nuove collaborazioni contraddistingue anche il circolo Arci «Punto8», che si concentra soprattutto sull’offerta artistica. «Come circolo — spiega il vicepresidente, Riccardo Biasi — cerchiamo di soddisfare i nostri soci proponendo eventi musicali, esposizioni di dipinti e spettacoli teatrali. I soci possono trovare nel nostro circolo un’alternativa al bar tradizionale. Ma per soddisfarli dobbiamo rinnovare l’offerta artistica continuamente. In ciò siamo facilitati dal gran numero di artisti locali. Con la crisi è difficile organizzare un evento e trovano nel nostro circolo uno spazio gratuito in cui potersi esprimere».
Il negozio «Bianco», che si è rinnovato di recente, ha ampliato il lessico mondano della città introducendovi il concetto di concept store. «Mentre i negozi tradizionali offrono di solito una sola categoria di merce — racconta la titolare, Giulia Spallanzani — un concept store propone uno stile di vita. È un’idea nata in Inghilterra, che ho deciso di proporre a Trento. Nel mio Bianco i clienti possono trovare tutte quelle cose belle che piacciono a me e che trasmettono un’emozione. Dall’oggettistica all’abbigliamento » . Una soluzione che funziona, a detta della titolare, grazie ad un continuo rinnovamento: «Di questi tempi, l’unico modo per farcela è continuare a investire. Adesso stiamo lavorando per ampliare il sito in modo che il cliente possa interagire con noi anche da lontano. Continuo, inoltre, a cambiare prodotti ogni due settimane, per garantire ai clienti l’esclusività. Ed è per questo che investo molto nella ricerca, andando anche all’estero. Forse i negozi più tradizionali sono troppo fermi, nel senso che guardano al vicino, che però è simile a loro. Mentre là fuori c’è un mondo. Non ci si può mai fermare».