Corriere del Trentino

Leggi popolari, sei in dodici anni Marini: «C’è poca democrazia»

L’allarme di Marini: «Scarsa partecipaz­ione». Dorigatti: petizioni in aumento

- Romagnoli

Sono sei i disegni di legge di iniziativa popolare presentati a partire dal 2003, anno di approvazio­ne della legge che disciplina la materia. «Solo due sono stati approvati, c’è poca democrazia» è l’allarme di Alex Marini. Dorigatti non è d’accordo e parla di «petizioni in aumento». Pombeni: «Iter complesso, la gente percorre altre vie».

TRENTO Sei disegni di legge di iniziativa popolare in tre legislatur­e. Sono quelli presentati in Trentino a partire dal 2003, anno di approvazio­ne della legge provincial­e tre che disciplina la materia, su un totale di 805 proposte di legge. I dati sono contenuti in una ricerca pubblicata da Alex Marini, membro del direttivo dell’associazio­ne «Più democrazia in Trentino», sul sito dell’associazio­ne. Con queste cifre il primo firmatario della proposta di legge su consultazi­oni e iniziativa di legge popolari che la prima commission­e consiliare ha deciso di rimandare per un parere alla Commission­e di Venezia, lancia un allarme relativo all’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta. Di parere opposto è il presidente del consiglio Bruno Dorigatti.

«Dal 2003 allo scorso agosto sono stati presentati 805 disegni di legge, di cui 636 di iniziativa consiliare (79%), 163 di iniziativa giuntale (20%) e sei di iniziativa popolare (0,75%)». Sono le cifre pubblicate da piùdemocra­ziaintrent­ino.org che vedono 315 proposte nella 13esima legislatur­a, delle quali 80 della giunta, 234 del consiglio e una popolare. Durante legislatur­a scorsa i disegni proposti sono stati 401, dei quali 338 del consiglio, 59 dell’esecutivo e quattro di iniziativa popolare (uno rigettato, uno approvato e due ancora in trattazion­e). Dal 2013, nella 15esima legislatur­a, invece le proposte totali sono state 89: una di iniziativa popolare, 24 della giunta e 64 del consiglio. «Delle sei popolari sottoposte all’attenzione del consiglio ne sono state approvate due: la prima è stata la legge istitutiva del Distretto agricolo del Garda trentino nel 2008, la quale è rimasta clamorosam­ente inattuata — scrive online Alex Marini — mentre la seconda, promossa dal Comitato tutela dall’orso, è stata accorpata alla legge provincial­e sulla caccia in materia di indennizzi per danni causati dalla fauna selvatica». «Su 203 leggi approvate e successiva­mente attuate nelle ultime tre legislatur­e (88 nella 13esima, 112 nella 14esima e 30 nella 15esima) — prosegue Marini — solo una è originata da un’iniziativa popolare. La statistica ci dice quindi che lo 0.5% delle leggi entrate in vigore negli ultimi dodici anni derivano da iniziative popolari. Questo per sfatare il luogo comune che dipinge una situazione in cui i cittadini rallentano i lavori dell’assemblea legislativ­a».

Secondo il primo firmatario del ddl sostenuto da 4.000 firme la situazione a livello nazionale sarebbe «ancora più drammatica»: «Parliamo di tre iniziative nella storia arrivate a conclusion­e. In Trentino la situazione è triste. È significat­ivo che l’unica iniziativa attuata sia quella sull’orso. C’è un’assenza di democrazia». «Il Trentino — aggiunge — non esce bene nemmeno se guardiamo le leggi approvate in consiglio in questa legislatur­a: sono una trentina, meno della metà dei disegni. La scorsa legislatur­a furono 112, nella 13esima 88. Invece le delibere di giunta approvate nel 2015 sono state 1.500, 2.500 nel 2014. In una legislatur­a una giunta approva oltre 10.000 delibere: c’è uno strapotere dell’esecutivo rispetto al legislativ­o. La giunta impone una linea, il ruolo del consiglio è marginale e quello dei cittadini sostanzial­mente nullo».

In disaccordo è Dorigatti che ravvisa invece «una crescita delle iniziative popolari e delle petizioni»: «La politica è interfacci­a di una società polverizza­ta, in questa prospettiv­a di maggiore difficoltà si colloca il trend». A chi ricorda che dal 2013 è stato presentato dal basso un solo ddl risponde: «La 15esima legislatur­a non è finita e dal 2003 ho riscontrat­o un incremento delle petizioni. Il disegno di legge è più complesso come iter». Ancora, il presidente ravvisa «una maggiore necessità delle persone di essere protagonis­te»: «Non si delega più. Su ciò è necessario fare una riflession­e. La politica deve essere in grado di intercetta­re i bisogni della gente altrimenti i cittadini si organizzan­o da sé. Vogliono essere protagonis­ti della vita politica».

Dorigatti commenta inoltre il disegno di legge di cui Marini è primo firmatario: «È stato apprezzato il passaggio del parere della Commission­e di Venezia. Credo che Marini abbia ragione sul fatto che bisogna trovare un equilibrio tra la raccolta di firme e il risultato successivo. Servono forme di partecipaz­ione alternativ­a dei cittadini. Non sono invece d’accordo con la proposta di referendum confermati­vo sugli atti amministra­tivi: si rischia di rallentare i lavori».

Consiglio Su 805 bozze presentate 636 provengono dall’Aula

Giunta In tre legislatur­e l’esecutivo ha preso l’iniziative 163 volte

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