DIETRO AGLI OMOSESSUALI CI SONO PERSONE E DIGNITÀ
Da qualche anno,ormai, seguo con molta partecipazione il dibattito sviluppatosi attorno al disegno di legge provinciale contro l’omofobia. Trovo sconfortante leggere dichiarazioni di esponenti politici e della società civile che, invece di portare le argomentazioni per le quali sono contrari a tale proposta, generano confusione sul tema. Si diffondono notizie allarmanti su famigerati personaggi della pericolosa lobby gay che vanno nelle classi per «convincere i bambini a cambiare orientamento sessuale» senza mai citare luoghi, date e fatti precisi. Facendo così inevitabile creare un clima di paura tra i genitori.
Sono anni che nelle nostre scuole si fanno interventi sulla sfera affettiva e sulla sessualità. Pensiamo veramente ci siano esperti — perché di questo si tratta: persone con competenze e professionalità — che vanno nelle scuole materne a insegnare ad esempio la masturbazione? Basterebbe partecipare alle numerose serate dedicate ai genitori per capire di cosa si sta parlando.
Posso capire ci siano persone che credono come la famiglia naturale sia quella fondata sul matrimonio tra uomo e donna, posso capire che si faccia fatica a comprendere che un uomo possa amare un altro uomo e che una donna possa voler condividere la propria vita con una donna, ma dovremmo imparare a liberarci di tutto ciò per arrivare al vero fulcro.
Dietro l’omosessuale e la lesbica che non comprendiamo, o il transessuale che guardiamo con disprezzo, ci sono uomini e donne che hanno dei sentimenti, una la loro dignità. Dietro a un ragazzino con i pantaloni rosa, verso il quale sorridiamo, c’è una persona che scopre, spesso con grandissima sofferenza, la vera identità e la paura di affrontare tale delicata situazione. Dietro alle ideologie, ai dogmi, alle battaglie in cui ci rifugiamo dimentichiamo tutto questo. Abbiamo paura della diversità, quindi scegliamo di non affrontarla.
Quali strumenti vogliamo dare al ragazzo e alla ragazza che si sentono soli? Ci limitiamo a dire loro che stanno sbagliando e che devono curarsi? La società trentina, in prima fila su molte questioni, decide di voltarsi da un’altra parte? Prendiamo atto che lo scherno sia il solo strumento a disposizione dei nostri figli a scuola per approcciarsi a un compagno gay? E se quel compagno così «strano» fosse il nostro di figlio? Il Trentino può e deve affrontare con serietà la situazione liberandosi delle assurde paure.
Perché l’omosessualità crea così tanto disagio? Forse perché mette in discussione anche il ruolo che uomini e donne hanno nella nostra società. Durante un intervento in consiglio provinciale sul disegno di legge contro l’omofobia, un consigliere ha affermato testualmente: «I boci i zugava a balon, le matelote le neva a zugar a palavolo». Ecco, i tradizionali ruoli vanno rispettati: i maschi devono per forza giocare a calcio, le bambine si devono dedicare alla pallavolo. I maschi non possono fare shopping e le bimbe non possono guardare la F1, altrimenti la nostra sacra famiglia è in discussione.
Quando qualche anno fa, per la nascita di entrambe le mie bambine, ho usufruito di un periodo di congedo parentale per dedicarmi a loro, molte persone mi definirono «il mammo». Non ero e non sono un mammo, ma un padre che ama la propria famiglia e vuole partecipare giorno dopo giorno alla sua crescita.
Nell’attacco al disegno di legge contro l’omofobia, quindi, c’è molto altro. I molti convinti che la discussione in corso riguardi solo un esiguo numero di persone e ritengono ci sia ben altro su cui dibattere dovrebbero capire come il rischio reale sia di fare un passo indietro nella storia dell’emancipazione delle donne e anche della consapevolezza di noi uomini. Un passo indietro nella nostra società.