Samuelle, ai funerali più di cinquecento persone La mamma: da questa sofferenza amiamo di più
In tanti hanno voluto salutare la quarantenne. La sorella Samira: è stato bello stare con te
RIVA DEL GARDA C’erano più di cinquecento persone ad augurarle di aver finalmente trovato la pace. C’era la famiglia, c’erano gli amici, c’erano i politici e c’erano i curiosi, mescolati e stipati nella chiesa di San Giuseppe al Rione Degasperi di Riva del Garda per salutare un’ultima volta Samuelle Daves, la transgender trentina divenuta una star dopo aver conquistato un posto da opinionista al «Grand Hotel Chiambretti».
«Grazie a tutti voi per essere venuti, e grazie a dio per avercela data così particolare, così piena di entusiasmo, di luce, ma anche con i suoi tanti momenti di sofferenza». È il ricordo della madre Leonia, intervenuta dal pulpito della chiesa al termine della cerimonia, accompagnata dal marito Mario e dagli altri figli Bruno, Simone e Samira. «Ha amato tanto ma anche noi l’abbiamo amata tanto. E ha sofferto tanto, ma da questa sofferenza noi possiamo imparare ad amare tutti di più — prosegue — Lei ci sente e ci accompagna ancora».
Samira, la sorella di Samuelle, stringe i denti e cerca la forza per pronunciare le parole che ha scritto: «Grazie per essere tornata a casa, e grazie per averci lasciati entrare nella tua parte più intima e fragile». Una pausa per far fronte al dolore e arrivare fino in fondo a quella lettera. «È stato bello aver avuto un tempo per essere stati insieme. Ora affido a te tutti noi. Non ti sento persa, perché so che l’amore di dio ti ha salvata e lì ci incontreremo di nuovo».
Durante la sua omelia, don Luigi Panzera spiega proprio che «solo se abbiamo fiducia che con la morte di Samuelle non tutto sia andato perduto, qualche spiraglio si può aprire e possiamo superare l’immenso dolore che ora proviamo». Il parroco ha poi spiegato che «se ora pensiamo che dio ci stia trascurando, dobbiamo ricordare che la morte, per quanto forte possa essere, non potrà mai essere superiore all’interesse che lui ha per noi». «È quasi inutile farsi delle domande, perché nessuno può rispondere — prosegue don Panzera — Ma forse dei segnali positivi possiamo trovarli pensando alla gioia di Samuelle e alla sua forte fede».
Tra i rappresentanti del mondo politico erano presenti il sindaco di Arco Alessandro Betta, il deputato del Partito democratico Mauro Ottobre, il consigliere provinciale del Patt Luca Giuliani e molti esponenti del Movimento 5 Stelle, come il consigliere provinciale Filippo Degasperi e il deputato Riccardo Fraccaro. «Ho avuto la fortuna di conoscerla in occasione delle elezioni provinciali del 2013, quando si candidò con noi — spiega Fraccaro — Si è presentata subito con grande entusiasmo e ha portato avanti questa battaglia contro l’omofobia. E oggi ci manca molto. L’unica cosa che possiamo fare per onorarla è portare avanti quelle sue battaglie». Giuliani la ricorda come «una persona molto solare, disponibile e aperta al dialogo». «L’ho conosciuta durante la campagna elettorale — racconta il consigliere — Abbiamo chiacchierato in modo molto franco, mi ha parlato del suo modo di vivere la vita ed è stato molto stimolante. Adesso in consiglio mi hanno affibbiato l’etichetta di quello che dice “no” alla legge contro l’omofobia, ma io ho sempre detto che invece va portata avanti perché tutela i diritti delle persone».
Accanto al feretro di Samuelle che lascia la chiesa ci sono i fratelli, subito dietro i genitori. Un lungo applauso lo accompagna mentre l’auto abbandona il piazzale.