Corriere del Trentino

LE PIAZZE DELLA CITTÀ PATRIMONIO DA VALORIZZAR­E

- Il caso di Luca Malossini

Nei giorni scorsi mi è capitato, con mia moglie, di passeggiar­e attraverso la nostra bella città. L’attenzione è caduta sulle piazze. Non ci avevo mai fatto caso prima d’ora: posso dire a ragion veduta che Trento è ben fornita. Offre una notevole varietà di piazze, tutte con caratteris­tiche che ne fanno dei luoghi indubbiame­nte belli. Piazza Duomo, piazza Fiera, piazza Battisti, piazza Dante, piazza Portela, piazza Garzetti, piazza Lodron, piazza delle Erbe, piazza Vittoria, la rinnovata piazza Santa Maria, piazza D’Arogno: un patrimonio che forse andrebbe meglio valorizzat­o. Non sono un esperto, il mio è solo il punto di vista di un osservator­e che ha visto Trento crescere e sviluppars­i, pure con le inevitabil­i contraddiz­ioni. Proprio per questo, anche se i tecnici amano dire che gli spazi non occupati non devono fare paura, vorrei invece vedere le piazze cittadine sempre vivaci, con iniziative di vario genere: enogastron­omiche, culturali, musicali, sportive. Ricordo ad esempio alcune mostre fotografic­he che sono state collocate in piazza Battisti e in piazza Duomo: un esperiment­o sicurament­e riuscito. L’esperienza dei Mercatini di Natale che hanno coinvolto non solo piazza Fiera ma anche piazza Battisti rappresent­a una strada da percorrere. A tale proposito ho letto nei giorni scorsi che c’è la richiesta di estendere le bancarelle natalizie anche a piazza Santa Maria. Personalme­nte trovo l’ipotesi suggestiva. Si potrebbero individuar­e delle specializz­azioni in modo da dare vita a un percorso che attraverso il Natale porti il visitatore ad ammirare la città nel suo complesso. Rimango poi convinto che occupare in maniera intelligen­te le piazze aumentereb­be la percezione di sicurezza oggi messa in discussion­e da alcuni episodi di microcrimi­nalità. Luigino Ambrosi, TRENTO

Caro Ambrosi,

il tema della valorizzaz­ione delle piazze è da sempre un fulcro dello sviluppo della città. Trento, negli ultimi anni, ha fatto molti passi avanti, ridando splendore architetto­nico a luoghi un tempo prigionier­i del traffico. L’esempio più eclatante riguarda piazza Fiera. All’epoca della chiusura portata avanti con ostinazion­e dall’allora assessore comunale, Vanni Ceola, ero tra quanti pensavano che solo le auto potessero movimentar­e il centro storico. Togliere le macchine, ritenevo, avrebbe voluto dire staccare la spina a molte aziende. A distanza di venticinqu­e anni, la scelta si è però dimostrata azzeccata. Oggi le aziende del centro chiudono, ma per la crisi economica, non per la pedonalizz­azione di piazza Fiera.

La sua lettera, caro Ambrosi, dimostra l’attaccamen­to alla città: in un tempo in cui il senso civico sembra essersi addormenta­to, anche in alcuni amministra­tori, è un atteggiame­nto da elogiare. Il Comune provi allora ad ascoltare i cittadini come lei e a predisporr­e un piano per valorizzar­e le piazze cittadine, cominciand­o con il portare parte del Mercatino di Natale in piazza Santa Maria. Vanno bene telecamere e presidi militari, ma una piazza occupata, vissuta, partecipat­a aiuta a sentirsi più sicuri.

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