«Adesca ragazzine online»: a processo
Accuse pesanti per un cinquantenne. Avrebbe anche minacciato una quattordicenne
Avrebbe adescato delle ragazzine minorenni in regione con la chat di Facebook e Whatsapp e avrebbe chiesto di avere delle loro foto intime, mandandone di proprie. In un caso avrebbe anche minacciato una 14enne di pubblicare le foto private se non avesse soddisfatto i suoi desideri a sfondo sessuale. Pesanti le accuse nei confronti dell’uomo che è finito a processo. Gli atti sono stati ora inviati a Bolzano.
TRENTO È una di quelle vicende che non si vorrebbero mai sentire, che vede coinvolta come vittima una ragazzina di appena 14 anni, finita nella rete di un cinquantacinquenne che l’avrebbe convinta a mandargli delle foto intime e che poi l’avrebbe minacciata di pubblicarle se lei non avesse soddisfatto le sue richieste a sfondo sessuale. Una brutta storia che è finita in tribunale.
Sarebbe successo l’anno scorso e la triste vicenda sarebbe emersa quando la ragazzina, neanche quindicenne, si sarebbe rivolta alla madre chiedendole aiuto. Il presunto adescamento (il condizionale è d’obbligo, vista la fase in cui si trova la vicenda giudiziaria) sarebbe avvenuto in Facebook, tramite il servizio di chat, e poi sarebbe proseguita con dei messaggi in Whatsapp. Un cinquantacinquenne lombardo avrebbe contattato la giovane sui social network e poi sul suo telefonino e, messaggio dopo messaggio, ne avrebbe carpito la fiducia. Poi la situazione sarebbe degenerata: pur sapendola ragazzina, l’uomo le avrebbe chiesto insistentemente e ottenuto un paio di fotografie private, che ritraevano parti intime della giovane. Le avrebbe anche inviato delle foto che lo ritraevano in pose esplicite. Per convincerla si sarebbe finto innamorato e avrebbe mentito sulla propria vera età, anche arrivando a inviarle diverse volte delle fotografie di un volto di un giovane.
Ma non sarebbe finita qui. Una volta in possesso delle foto della quattordicenne, l’uomo avrebbe voluto di più. Avrebbe minacciato la ragazza di pubblicare gli scatti che la ritraevano se non avesse soddisfatto le sue richieste a sfondo sessuale.
In altre occasioni, sempre nel 2015, lo stesso cinquantacinquenne avrebbe contattato con modalità analoghe, via chat e messaggistica in Facebook e Whatsapp delle altre ragazze minorenni. Anche con loro si sarebbe finto un’altra persona, anche a loro avrebbe inviato messaggi a sfondo sessuale. In alcuni casi avrebbe anche mandato alle giovani delle fotografie molto esplicite e avrebbe chiesto degli scatti delle ragazzine, in questo caso però sembra non riuscendo nel suo intento.
A porre fine alla vicenda sarebbe stato l’intervento degli adulti, i genitori, le forze dell’ordine e la magistratura. Il cinquantacinquenne è finito a processo, accusato dei pesanti reati di adescamento di minorenne, ignoranza dell’età della persona offesa, sostituzione di persona e minaccia. Ancora, l’accusa riguarda anche il reato di detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minori, un reato che secondo l’accusa sarebbe aggravato dal presunto adescamento e dalla presunta sostituzione di persona.
Accuse pesantissime che sono ancora tutte da dimostrare. Dopo una prima udienza, gli atti del processo che vede l’uomo lombardo di 55 anni imputato sono stati trasferiti all’autorità giudiziaria a Bolzano, dove sarebbe avvenuto il reato più grave tra quelli contestati al cinquantacinquenne.
Per attirare l’attenzione della giovane l’indagato ha usato i social network L’accusato avrebbe voluto anche incontrare la minorenne