Gli architetti sono 1.153 Guadagni bassi per le donne
Stipendi più alti del 57%. Piazzetta: quote rosa, tanti pregiudizi
Sono 1.153 in tutto il Trentino, 400 di loro sono donne. È uno sguardo tutto al femminile quello che l’Ordine degli architetti di Trento ha deciso di dedicare alla professione, organizzando giovedì 13 ottobre alle 17, nella sede della fondazione Caritro di via Calepina 1, l’incontro «Donne che costruiscono». Momento di discussione voluto proprio in occasione del Festival delle Professioni per fare il punto su cosa vuol dire oggi essere un architetto ed essere, al tempo stesso, una donna. Per capire se esiste una specificità del progettare femminile, una differenza negli approcci e nelle visioni. Perché, in realtà, a emergere con sempre maggiore frequenza, sono le difficoltà con cui le donne cercano di realizzarsi in questa — come in altre — professioni. Causa crisi, certo. Ma non solo.
Si guardi, ad esempio, alle differenze retributive: gli uomini guadagnano il 57% in più delle colleghe, nel 2000 la differenza era addirittura dell’85%. E parliamo, per altro, di compensi che negli anni hanno subito un vero e proprio crollo. Se nel 1995, un architetto italiano dichiarava 36.000 euro lordi l’anno, nel 2015, il reddito è sceso a 17.000 euro lordi, nel 2016 a 16.000. E la situazione peggiora se si parla di giovani: secondo Fondazione Inarcassa, gli under 30 guadagnano circa 9.300 euro lordi. «Se si è donne, inoltre, alla disparità di retribuzione, bisogna aggiungere i pregiudizi: ci sono donne architetto che usano una mimesi al maschile per lavorare — denuncia Mariagrazia Piazzetta, dello Studio Architetti Associati Schweizer, che modererà l’incontro — persiste una forte discriminazione di genere, psicologica e pratica, anche in Trentino». Dopotutto, ci sono territori, come l’altopiano dei Cimbri, in cui non c’è nessuna donna architetto o il Primiero dove se ne contano appena 7. Diverso ciò che accade nella Valle dell’Adige dove le donne sono 124 e gli uomini 246. L’obiettivo, quindi, resta la parità di genere, ragione per cui protagoniste della serata saranno tre donne: Ulla Hell, Giulia de Appolonia ed Elisa Burnazzi. «Professioniste che si sono distinte a livello internazionale e che rappresentano un esempio positivo per le nuove generazioni» continua Piazzetta.
In Trentino, in particolare, dei 1.153 iscritti all’Ordine, esercitano in 960. Quanto alle donne, le 400 iscritte (in Italia sono in totale 64.000) sono soprattutto giovani e poche di loro lavorano con costanza. «Le architette over sessanta sono l’11% degli iscritti, mentre le under 35 sono il 51%» spiega Ugo Bazzanella, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Trento. L’architettura italiana del futuro, dunque, potrebbe avere un volto femminile, «ma a patto che si trovi ancora del lavoro da fare — frena Bazzanella — ricordiamoci che in Italia abbiamo 154.000 architetti, più che in tutti gli Stati Uniti d’America, con la concentrazione più alta d’Europa. Solo l’Ateneo di Trento sforna ogni anno almeno 100 nuovi laureati in architettura. Non stupiamoci, dunque, se le condizioni di lavoro sono quelle che sono».