Borga: «Altro che tutela Una riforma per le lobby»
TRENTO A un giorno dal referendum costituzionale, Rodolfo Borga, consigliere provinciale, presidente di Civica Trentina, va all’attacco e spiega perché i trentini dovrebbero votare «no», «anche solo — dice — per un principio di ragionevole prudenza».
Consigliere, votare no «per prudenza»: cosa intende?
«Intendo che con questa riforma il peso politico del Trentino diventerà pari a zero. Non subito, ma nel tempo, saremo tutt’altro che privilegiati».
Il principio d’intesa non rafforza l’autonomia?
«No: l’intesa ha efficacia transitoria, vale fino alla revisione dello Statuto, poi dovremo uniformarci al testo costituzionale e aderire alla clausola di supremazia. Non a caso, i parlamentari Dellai, Zeller e Tonini hanno invitato il Trentino a modificare in fretta lo Statuto, prima che entri in vigore la nuova Costituzione. Altrimenti, come hanno detto anche loro, finiremmo per non contare più nulla».
E in caso di vittoria del «no», cosa succederebbe?
«Non saremmo tenuti a modificare lo Statuto e la nostra autonomia non correrebbe alcun rischio. Se vincesse il «sì», invece, potrebbe aumentare l’avversione nei confronti delle autonomie speciali».
Non le piacciono neanche la riduzione dei costi e lo snellimento del procedimento legislativo?
«I risparmi saranno irrisori: pari a 30 milioni di euro all’anno, lo certifica la Ragioneria dello Stato, ovvero, 50 centesimi per italiano. E quanto al procedimento legislativo, il problema dell’Italia non è certo fare le leggi: se ne fanno fin troppe e i tempi di approvazione dipendono dal volere della maggioranza. È la classe dirigente attuale che non è capace di governare con questa carta costituzionale».
Insomma, il sistema va bene così com’è?
«Non dico questo, ma la Costituzione è stata cambiata già 40 volte nella storia, recentemente nel 2001 e nel 2005. Ma oggi parliamo di un vero e proprio stravolgimento. Non a caso le lobby parteggiano tutte per il «sì»: sarà molto più facile per loro influenzare i voti. Anche i temi etici o la dichiarazione di guerra passeranno al vaglio di una Camera sola».
C’è invece chi sostiene che sarebbe la vittoria del «no» ad aprire scenari drammatici. Cosa ne pensa?
«Hanno detto così anche per Trump e la Brexit, ma alla fine non è successo niente. Non ci sarà nessun pericolo. Si ricomincerà a lavorare per cercare di avere una classe politica più competente».
Se vincesse il «no», immagina un governo di scopo ed elezioni anticipate?
«Renzi cambia opinione ogni giorno, ma credo che si voterà regolarmente nel 2018, magari qualche mese prima, riscrivendo la legge elettorale».