Aereo caduto, Industrio piange «Morti nostri soci brasiliani»
TRENTO Tra le vittime del disastro aereo brasiliano caduto in Colombia lunedì scorso, oltre al presidente della Chapecoense Luiz Sandro Pallaoro, di origini trentine, c’erano anche imprenditori, soci e amici di Industrio, come Décio Burtet (41 anni). I fondatori dell’«incubatore» roveretano — Alfredo Maglione, Alberto Gasperi, Alessio Romani e Jari Ognibeni — si uniscono al cordoglio per tutte le vittime e «con sincera ammirazione ricordano in particolare la collaborazione con Burtet, socio di grandi progetti italo-brasiliani, ma soprattutto un amico sincero. Di grande professionalità, non era solamente un membro importante ma anche un convinto promotore del modello di innovazione trentino in Brasile». Lo stato di Santa Caterina, in particolare, è terra di grandi collaborazioni trentino-brasiliane. Industrio piange «grandi personalità industriali che negli anni hanno contribuito a rafforzare la partnership imprenditoriale, scientifica, culturale ed economica tra il Trentino e lo stato nel sud del Brasile».
Una delle iniziative più promettenti era proprio il gemellaggio con Chapecò. La città che ha perso la sua squadra di calcio era infatti la sede dell’azienda a cui faceva riferimento il nascente ecosistema dell’innovazione chapecoense. Burtet si era impegnato a lanciare la società di innovazione tecnologica e sensoristica microelettronica «Chapecò Investimentos e Duon Microelectronics», frutto di cooperazione con la ricerca trentina e Optoi Microelectronics. Industrio si impegnerà «a continuare il progetto di collaborazione, in memoria di un’amicizia indimenticabile».