Comunità di valle, aut aut di Anac
«Trasparenza, norme disattese: adeguatevi entro il 23». I 5 stelle in pressing
TRENTO L’Anac di Raffaele Cantone ha fissato il 23 dicembre come termine entro il quale le comunità di valle dovranno adeguarsi alle norme di legge, con i nuovi obblighi introdotti dal decreto legislativo 97/2016 in materia di trasparenza.
Dopo una segnalazione del Movimento 5 Stelle, l’Anac (autorità nazionale anticorruzione) ha preso in esame il problema e ieri ne ha comunicato l’esito finale. «In sede di adunanza 9 novembre 2016 — recita la risposta dell’Anac — il Consiglio di questa Autorità ha deliberato di rivolgere a tutte le Amministrazioni in questione un invito generale al rispetto delle norme statali in materia di trasparenza, ove applicabili» . L'adeguamento dei siti web delle comunità di valle era già stato richiesto dal M5S prima di procedere alla notifica delle innumerevoli irregolarità agli uffici dell’Anticorruzione. «Abbiamo rispettato l’iter — spiega Alex Marini, uno dei curatori degli esposti — , sollecitando le comunità di valle, ma abbiamo aspettato inutilmente. Ora è tutto nelle mani dell’Anac».
Le comunità di valle hanno dunque poco più di venti giorni per soddisfare le richieste oppure «questa Autorità — conclude il comunicato Anac — procederà nei confronti delle comunità di valle interessate con l’adozione di tutti gli atti di propria competenza». Tradotto e sintetizzato «le comunità di valle, a meno che non pubblichino la documentazione in regola, riceveranno delle sanzioni» afferma Riccardo Fraccaro, deputato M5S. Ma che genere di sanzioni? «Difficile da prevedere — dichiara Marini — perché nessuno si è mai rivolto all’Anac come abbiamo fatto noi: il nostro è un caso pilota». I report dettagliati prodotti dal M5S hanno infatti evidenziato una lista di inadempienze e irregolarità che necessitano di provvedimenti particolari e non ancora calcolabili. «Le sanzioni dovranno essere specifiche — dice Marini — , e ci auguriamo che non ci sia nessuna pietà. Stiamo parlando in primis di omessa pubblicazione: per esempio, solo un paio di comunità hanno diffuso la documentazione in merito alle consulenze. E le sanzioni dovrebbe essere, come minimo, al pari del costo della consulenza». Ma la lista è lunga e la guardia di finanza non può intervenire prima dello scadere dell’ultimatum: «Stiamo parlando anche di omissione di denuncia, con violazione della disciplina della pubblica amministrazione — continua Marini —, di dirigenti dichiaranti il 100% di retribuzione del risultato senza averlo mai raggiunto. E poi c’è il danno di immagine, insomma, i sanzionamenti totali potrebbero aggirarsi attorno alle decine di migliaia di euro».