Catullo, rilancio degli aeroporti Save: «Trattiamo per il controllo»
TRENTO L’aeroporto Catullo vuole tornare «agli antichi fasti», per usare le parole di Giuseppe Riello, che rappresenta con Aerogest gli azionisti pubblici (la Provincia di Trento è in Aerogest, che possiede il 47% della spa). Eccole, dunque, le cifre più importanti: 65,7 milioni di investimenti fino al 2019, di cui 6 già messi in campo; 150 milioni se l’orizzonte temporale è quello del Masterplan al 2030. La parte più sostanziosa, almeno per i prossimi anni, è rappresentata dalla nuova aerostazione, il piano «Romeo» che assorbirà impegni per 43 milioni. Quanto ai passeggeri, l’intenzione è di arrivare a quota 4,3 milioni nel 2021, il che significherebbe una crescita media del 7,4% annuo. Obiettivo ambizioso è anche quello per Montichiari, lo scalo bresciano sotto il cappello di Villafranca: 1,5 milioni di passeggeri, sempre al 2021, grazie alla nascita di un traffico che dovrebbe vedere i primi voli Ryanair dal prossimo anno. E non è finita: dopo gli anni vissuti pericolosamente sui conti, il Catullo punta nello stesso arco temporale a un raddoppio della redditività lorda e a un utile consolidato di oltre 8 milioni.
Il presidente di Save, Enrico Marchi, conferma: «Vogliamo conquistare l’80-90% della società perché questo significa unificare gli interessi. Noi abbiamo già la gestione del Catullo, non è questione di rafforzare la presa operativa. Il tema è che bisogna completare l’operazione di sistema, che oggi è un po’ ibrida. Il modo per farlo è convogliare tutti gli interessi nella holding». È il famoso «modello Treviso», per cui gli enti locali hanno permutato le loro quote in partecipazioni Save. Ci sarebbe un patto parasociale che impedisce l’operazione, ma per Marchi non è un problema: «Ne discutiamo, le condizioni stanno maturando. C’è un dialogo in corso».
Il risiko dei cieli è complesso e Save, da acquirente del Catullo, potrebbe trovarsi acquisita nel frattempo, se Atlantia (Benetton) proseguisse a rastrellare quote fino alla soglia dell’Opa sulla società veneziana, che è quotata in Borsa. Marchi ostenta tranquillità: «Conosco Gilberto Benetton da quando ero un ragazzino. Penso che se lui dice che con Atlantia non ha intenzioni ostili nei nostri confronti, io gli credo. È una persona che ha una parola sola».