Margherita Berlanda Una fuoriclasse della fisarmonica
Arriva tutta in nero, come se la mise da concerto non la abbandonasse mai: è la fisarmonicista Margherita Berlanda, classe 88 e di Pergine Valsugana. Vincitrice di numerosi concorsi (il 2009 l’annata più prolifica), crede nella collaborazione attiva con i compositori ed è membro attivo della Motocontrario Ensemble di Trento. Dopo gli studi a Mantova e Trieste è stata insegnante presso il Conservatorio Statale di Musica G.Tartini di Trieste per i corsi pre-accademici, ma ora vive, studia e lavora a Trossingen. Le ragioni di questa scelta? Tutte da scoprire.
Come è arrivata a Trossingen?
«Grazie al mio insegnante, Hans Maier della Staatliche Hochschule für Musik di Trossingen. Con lui è nato il connubio totale e ho subito pensato: “cavolo questo è Buddha!”. Qui ho fatto il master di musica da camera e mi sono specializzata nella creazione di progetti in ambito pedagogico-teatrale volti alla fruizione della musica contemporanea. A luglio 2017 sosterrò il Konzertexamen Studiengang, un dottorato interpretativo che in Italia non esiste».
Lavora?
«Me la cavo con i concerti: l’affitto è bassissimo e il sistema tedesco aiuta gli studenti iscritti a due master e con una media alta. Trossingen è un posto orribile poiché piccolissimo, ma se sei un po’ nerd e vuoi studiare moltissime ore è perfetto. Ora sto provando a lanciare un duo fisarmonica-violoncello ma dobbiamo trovare ancora qualche concerto: con tre al mese si sfiorano i 1.500 euro».
Si investe molto nella cultura?
«Sì, ma anche qui conta chi hai alle spalle, in particolare il nome dell’insegnante. Il mio è famosissimo ma ha solo 34 anni e nella gerarchia è ancora giovane».
Vive da sola?
«No, condivido la camera con un amico gay: non ho il ragazzo, non ho relazioni stabili e lui è veramente super amichevole; non ci ho pensato due volte».
Quanto vede fattibile il tornare stabilmente in Italia?
«Non lo so, io sono molto concreta. Se ci sarà qualcosa di buono, ok, altrimenti Germania, Svizzera e Italia sono così vicine che se trovassi un lavoro come insegnante di musica, mi stabilirei pur continuando a girare per i concerti. Vorrei investire sul Trentino, per stare accanto ai miei e perché questa è la mia terra, ma servono le persone giuste: mi piacerebbe portare nelle scuole la contemporanea, spesso considerata inaccessibile o poco coinvolgente per i bambini».
Eppure pedagogicamente c’è chi consiglia di partire proprio dalla contemporanea...
«Vero, ma di fatto non è così per tutti così e i visionari sono ancora pochi; per questo quando in concerto propongo contemporanea sto sempre attenta a presentare bene quello che suono».
Sappiamo che si è fatta costruire una fisarmonica «su misura».
«Sì è il modello “Marghe”, con più note perché ci stavano e sopratutto leggera: io non sono una palestrata. La tipologia di strumento in sé non conta: i compositori sono focalizzati solo sulla musica e sulla possibilità che venga eseguita; se si ha la tecnica si può eseguire tutto sullo stesso strumento».
Un saluto musicale per i nostri lettori.
«Stefan Hussong e poi a loro la scelta!».
La città tedesca è un po’ triste, ma proprio per questo si può studiare Ho uno strumento fatto su misura, si chiama modello «Marghe»