Fanno saltare il bancomat, colpo fallito
Danni ingenti alla Rurale di Lavis. Usata la tecnica della «marmotta» pirica
TRENTO La tecnica sembra la stessa usata per la lunga serie di colpi messi a segno nel nord Italia, una lunga escalation di furti con bancomat esplosi, culminata, qualche giorno fa, con l’arresto di otto persone da parte del nucleo investigativo dei carabinieri di Bologna. Ma questa volta i malviventi, forse meno esperti, sono fuggiti a mani vuote. I danni sono stati ingentissimi, la vetrata della porta d’ingresso è andata in frantumi, ma i 450 euro custoditi all’interno della colonnina bancomat, sono rimasti lì. Forse hanno sbagliato qualcosa, o forse sono stati disturbati.
L’esplosione ha infatti risvegliato tutto il paese, la scorsa notte a Lavis. «Un botto violentissimo» raccontano in paese, che ha squarciato il silenzio della notte. È accaduto poco dopo l’una. I malviventi, due, o forse tre — le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno ripreso almeno due persone che operavano vicino alla postazione bancomat — hanno fatto esplodere lo sportello bancomat della Cassa rurale Lavis Valle di Cembra, ma non sono riusciti a rubare nulla. La banda sembra sia fuggita su un’auto di grossa cilindrata di colore scuro. L’allarme è stato immediato e sul posto sono intervenuti, rapidi, i carabinieri della stazione di Lavis, del nucleo operativo della compagnia di Trento e i colleghi del nucleo investigativo che ora indagano sull’episodio. Sul posto anche i colleghi della scientifica per i rilievi. Si cercano elementi utili alle indagini per riuscire a dare un nome e un volto alla banda di ladri, forse vicini a quella sgominata dai carabinieri di Bologna. Il modus operandi è infatti più o meno lo stesso, ma la sensazione è che in questo caso i ladri erano meno preparati. La chiamano la banda della «marmotta» pirica, perché i ladri utilizzano un parallelepipedo in ferro riempito con polvere pirica, delle esatte dimensioni delle aperture degli sportelli bancomat, che vengono poi collegate a semplici batterie. Un sistema ingegnoso, si parla di un’organizzazione paramilitare, professionisti che hanno messo a segno diversi colpi negli istituti di credito del nord Italia. Una tecnica efficace, a quanto pare molto simile a quella usata la scorsa notte a Lavis. Sul tipo di esplosivo utilizzato sono ancora in corso gli accertamenti da parte dei carabinieri. Nel frattempo sono scattate le ricerche in tutta la regione e in quelle confinanti.