Corriere del Trentino

«Sogno un dialogo tra mondi diversi»

Patton, custode di Terra Santa, è tornato a Trento: negoziato per la Siria

- Andrea Rossi Tonon

«Vorrei vedere crescere la capacità di dialogare tra i diversi mondi, sogno insomma veder diventare realtà la profezia di Isaia quando a nome di dio disse che un giorno la mucca e l’orsa potranno pascolare insieme e un bambino potrà mettere la mano in un nido di serpenti senza essere morso». Parla di sogni ma lavora perché si realizzino. Padre Francesco Patton ha approfitta­to di qualche pagina rimasta in bianco nella sua agenda fitta di appuntamen­ti per tornare a Trento. Il custode di Terra Santa ha tenuto ieri un incontro pubblico nella chiesa di San Bernardino, al convento dei frati francescan­i, e ha raccontato dei suoi primi otto mesi trascorsi nei luoghi della tradizione cristiana. Territori che hanno presentato come primo ostacolo «la complessit­à». «Arrivare in Terra Santa vuol dire incontrare un mondo molto articolato e vasto: Israele, Palestina, Giordania, Libano, Siria, Cipro, Rodi, Egitto — ha spiegato —. Ma si tratta di una complessit­à legata ad approcci e problemi che affrontiam­o, ragione per la quale è molto difficile esprimere pareri e opinioni».

Il primo periodo trascorso in Terra Santa è stato utilizzato da padre Patton per far visita ai circa 250 frati, alle relative comunità cristiane, e per prendere le misure con le numerose attività che è chiamato a coordinare. «Ho viaggiato e ascoltato le persone per otto o nove ore al giorno, muovendomi in punta di piedi, per conoscere chi mi è stato affidato» ha proseguito il frate trentino, che ha poi elencato i compiti svolti dalla custodia in Terra Santa: «Parte dell’attività è legata alla tutela dei luoghi sacri per renderli anche accessibil­i, ma vi è anche quella di tipo pastorale e sociale, come quelle nelle scuole. Seguiamo 15 istituti con più di 10.000 studenti, dall’asilo alle superiori, dove ci sono soprattutt­o bambini musulmani mentre i cristiani, quando sono tanti, rappresent­ano il 50%». Proprio per tale ragione, Patton è convinto che questa sia «un’opera di rilevanza straordina­ria per preservare l’identità cristiana e per creare un dialogo tra religioni». Infine vi sono le attività di social housing «per aiutare i cristiani a rimanere nelle aree di Nazareth, Gerusalemm­e e Betlemme», e quelle di distribuzi­one di cibo e medicinali o, ancora, un sostegno all’emergenza in Siria. Proprio per quella zona martoriata dalla guerra Patton ha espresso la speranza che «venga siglato un negoziato», per il quale però è necessaria «la mediazione di tutte le super potenze in quanto, come ricorda papa Francesco, è in corso una terza guerra mondiale a pezzi».

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In città Padre Francesco Patton

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