«Sogno un dialogo tra mondi diversi»
Patton, custode di Terra Santa, è tornato a Trento: negoziato per la Siria
«Vorrei vedere crescere la capacità di dialogare tra i diversi mondi, sogno insomma veder diventare realtà la profezia di Isaia quando a nome di dio disse che un giorno la mucca e l’orsa potranno pascolare insieme e un bambino potrà mettere la mano in un nido di serpenti senza essere morso». Parla di sogni ma lavora perché si realizzino. Padre Francesco Patton ha approfittato di qualche pagina rimasta in bianco nella sua agenda fitta di appuntamenti per tornare a Trento. Il custode di Terra Santa ha tenuto ieri un incontro pubblico nella chiesa di San Bernardino, al convento dei frati francescani, e ha raccontato dei suoi primi otto mesi trascorsi nei luoghi della tradizione cristiana. Territori che hanno presentato come primo ostacolo «la complessità». «Arrivare in Terra Santa vuol dire incontrare un mondo molto articolato e vasto: Israele, Palestina, Giordania, Libano, Siria, Cipro, Rodi, Egitto — ha spiegato —. Ma si tratta di una complessità legata ad approcci e problemi che affrontiamo, ragione per la quale è molto difficile esprimere pareri e opinioni».
Il primo periodo trascorso in Terra Santa è stato utilizzato da padre Patton per far visita ai circa 250 frati, alle relative comunità cristiane, e per prendere le misure con le numerose attività che è chiamato a coordinare. «Ho viaggiato e ascoltato le persone per otto o nove ore al giorno, muovendomi in punta di piedi, per conoscere chi mi è stato affidato» ha proseguito il frate trentino, che ha poi elencato i compiti svolti dalla custodia in Terra Santa: «Parte dell’attività è legata alla tutela dei luoghi sacri per renderli anche accessibili, ma vi è anche quella di tipo pastorale e sociale, come quelle nelle scuole. Seguiamo 15 istituti con più di 10.000 studenti, dall’asilo alle superiori, dove ci sono soprattutto bambini musulmani mentre i cristiani, quando sono tanti, rappresentano il 50%». Proprio per tale ragione, Patton è convinto che questa sia «un’opera di rilevanza straordinaria per preservare l’identità cristiana e per creare un dialogo tra religioni». Infine vi sono le attività di social housing «per aiutare i cristiani a rimanere nelle aree di Nazareth, Gerusalemme e Betlemme», e quelle di distribuzione di cibo e medicinali o, ancora, un sostegno all’emergenza in Siria. Proprio per quella zona martoriata dalla guerra Patton ha espresso la speranza che «venga siglato un negoziato», per il quale però è necessaria «la mediazione di tutte le super potenze in quanto, come ricorda papa Francesco, è in corso una terza guerra mondiale a pezzi».