«Erano come la famiglia del Mulino bianco»
Il dolore del vicino di casa. La commessa del negozio Dal Marcante: «Persone amorevoli»
TRENTO «La famiglia del Mulino Bianco». Uno stereotipo che agli occhi dell’architetto Angelo Maria Tellone calzava perfettamente ai coniugi SorrentinoFailla e ai loro figli, vicini di casa in un quartiere dove è difficile averne. I vetri sporchi e le ragnatele che riflettono la luce dagli angoli di alcune finestre degli appartamenti sfitti contrastano con l’ordine del loro terrazzo e il calore delle tende beige che nascondono gli interni svolazzando al vento.
«Abito nella scala accanto, li incontravo spesso, lui in particolare» spiega Tellone, che ricorda Gabriele come un uomo «sempre sorridente e cordiale». «Ci salutavamo e scambiavamo due chiacchiere» prosegue l’architetto, aggiungendo poi di non avergli mai chiesto cosa facesse di lavoro «per discrezione». L’architetto racconta di essere rientrato ieri a casa dallo studio «verso le 12.15, 12.30 al massimo» e di aver capito che «era successo qualcosa dopo aver notato la presenza dell’ambulanza e soprattutto l’auto della polizia parcheggiate sotto casa loro».
Sul pianerottolo del terzo piano del civico 7 di via della Costituzione, non lontano dall’uscio dell’appartamento dove viveva la famiglia, sono ancora posteggiati il carrello portabimbi e il passeggino in cui Gabriele e la moglie caricavano Alberto e Marco per passeggiare insieme. Il carrellino, trasparente con i bordi celesti, è aperto. Al suo interno un asciugamano colorato. Accanto ai manici per spingere, due bottigliette d’acqua vuote. Il passeggino invece è ancora sporco di sabbia. Entrambi probabilmente reduci da una giornata trascorsa a giocare nel parco del quartiere. Appena accanto all’uscio si trova invece una bicicletta senza pedali, blu, con il sellino color arancia, in legno e plastica. Appesa alla porta una corona pasquale realizzata in carta da Alberto. A terra lo zerbino che accoglie chi entra, «Welcome home».
Il ricordo di quei due bambini colpisce duramente Cristina. Commessa del negozio di specialità alimentari «Dal Marcante», Alberto e Marco li vedeva passare spesso davanti alla sua vetrina. Molte volte erano accompagnati dai nonni. «Una famiglia amorevole» riesce a dire Cristina interrompendo a tratti le lacrime. «Alberto e Marco entravano anche in negozio insieme ai nonni. Non so dire cosa possa essere successo, perché io ho sempre avuto l’idea di una famiglia felice e serena».