Il dolore al Sacro cuore. «Siamo sconvolti»
Una mamma: «Li ho visti alle giostre pochi giorni fa. Una cosa incredibile»
TRENTO «Una famiglia normalissima. Li ho visti pochi giorni fa alle giostre, sembravano affiatati tra loro. Sono sconvolta, non ho nient’altro da dire». A parlare, ancora sgomenta per l’accaduto, è una mamma dell’istituto paritario Sacro Cuore di Trento. I suoi bambini, un maschio e una femmina, vanno nella stessa scuola materna frequentata da Alberto Sorrentino, il più grande dei due figli maschi di Gabriele e Sara Failla. Per lei, come per tantissime altre persone, quello che è successo è stato un fulmine a ciel sereno.
L’omicidio-suicidio di ieri ha distrutto una famiglia che prima era vissuta in un’apparente normalità. Gabriele Sorrentino, originario di Roma, e la moglie Sara Failla hanno vissuto a Varone, vicino a Riva del Garda, dov’era di stanza l’uomo durante l’attività di carabiniere. Poi si sono trasferiti a Mezzocorona e quindi a Trento, in un attico di via della Costituzione, l’elegante viale con il corso d’acqua al centro del rione delle Albere. Lei, laureata in veterinaria a Teramo, svolge la professione di rappresentante farmaceutica. Lui invece aveva lasciato l’Arma, per la quale è stato elicotterista in servizio al nucleo elicotteri di Laives, per diventare operatore finanziario. La coppia ha avuto tre figli. Elena, la primogenita, di 13 anni, si trovava ieri mattina in gita scolastica in Spagna. La sorte tragica è toccata ai piccoli: Alberto, nato il 2 gennaio 2013 e alunno della materna del Sacro Cuore, e Marco, venuto alla luce il 5 ottobre del 2014. I due innocenti sono diventati preda della furia omicida del padre, che poi è salito fino a Sardagna per lanciarsi dal dirupo accanto all’hotel Panorama, chiuso da anni.
La scuola paritaria ha accolto con sgomento la notizia dell’accaduto. Franca Penasa, ex consigliera provinciale e amministratrice dell’istituto, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. L’episodio è rimbalzato fra i genitori degli iscritti, che vedevano spesso Gabriele accompagnare il figlio alla materna e che si sono stupiti per qualcosa che non avrebbero neanche lontanamente potuto immaginare. «Lui aveva il mio stesso orario e quindi lo vedevo spesso» racconta una delle mamme. «Non avevo una conoscenza approfondita, ma quello che posso dire è che mi sembrava una famiglia normalissima. Li avevo visti tutti assieme alle giostre, mi sembravano affiatati».