Corriere del Trentino

Quartiere attonito: «Impossibil­e spiegare»

Una barista: passeggiav­ano nel parco. Lo studente: ho visto i bimbi tante volte

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO «Cos’è successo?» domanda chi passa. Sono studenti che lasciano la Buk o vi si recano, lavoratori che hanno da poco staccato per la pausa pranzo e sono ancora ignari dell’abisso accanto al quale stanno camminando. Venuti a sapere dell’accaduto qualcuno preferisce tirare dritto dopo aver mostrato il proprio sgomento, altri si fermano per saperne di più. Al salone di bellezza aperto proprio accanto all’ingresso del civico 7 di via della Costituzio­ne si continua a lavorare mentre si racconta di quella «famiglia bellissima». «Li vedevo uscire di casa, passeggiar­e per il parco» raccontano al bar dietro casa, dove Gabriele e la moglie si recavano di tanto in tanto a bere un caffè. «Questa cosa mi ha sconvolta» commenta una dipendente: «Sono cosa a cui è impossibil­e dare una spiegazion­e — prosegue — E pensi che se capita a una persona così, normale, allora può capitare a chiunque». Mentre il tempo trascorre, la notizia si diffonde e insieme a essa i dettagli sull’accaduto. «Io non capisco cosa scatti nella testa di una persona per compiere un gesto simile» si interroga una vicina di casa mentre fuori dal bar chiacchier­a con un’amica. «Non li conosco bene, ci salutiamo appena — prosegue — Però mi sembravano una famiglia tranquilla, lui teneva i bambini come farebbe chiunque».

Di fronte, all’edicola del quartiere, i coniugi si vedevano poco «perché non fumavano» racconta un commesso. Chi si reca più frequentem­ente è invece il nonno materno: «Viene spesso — raccontano — Acquista un pacchetto di sigarette per sé e le caramelle per i bambini».

I signori Failla-Unterweger, però, non hanno alcuna voglia di parlare. Le tende verdi antisole è abbassata e anche la porta del terrazzo, che si affaccia sul cortile interno e da cui si può vedere facilmente l’appartamen­to della figlia e del genero, resta chiusa. Per terra un costumino camouflage.

«Quei bambini li avrò visti un milione di volte» racconta esterrefat­to uno studente che si affaccia dal terrazzo dirimpetto a quello dell’appartamen­to della famiglia Sorrentino­Failla. «Entravano e uscivano sul terrazzo — prosegue — Due bambini allegri, che giocavano, come tutti».

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(Foto Rensi) L’abitazione La casa della famiglia Sorrentino alle Albere

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