«Siamo pronti ad aiutare mamma e figlia»
Il sindaco Andreatta: «Un dramma enorme, difficile da prevenire e prevedere. La città è scossa» La riflessione del vescovo Tisi: «Una tragedia che toglie il respiro. Nell’incredulità, siamo uniti»
TRENTO «Una notizia che ha colpito al cuore, che ci ha lasciati attoniti e sgomenti». Il sindaco del capoluogo Alessandro Andreatta parla a voce bassa. Lasciando trasparire il turbamento per il dramma che ieri ha scosso non solo la città, ma l’intera provincia. E anche oltre. «Oggi (ieri, ndr) il tema di ogni discorso è stato questo» osserva il primo cittadino. Che dà voce ai pensieri che si sono affollati in una giornata di lutto per Trento: «Quando un genitore uccide i figli siamo di fronte a un dramma enorme».
Nessun giudizio, avverte però Andreatta. «Mi guardo bene — spiega — dal formulare valutazioni su un episodio come questo». Ma una riflessione, su tragedie che lasciano senza parole soprattutto perché inaspettate, il sindaco la fa. «Registro — osserva Andreatta — come dietro a tanta normalità e quotidianità spesso si nascondano dei drammi e delle fragilità che nessuno riesce a cogliere». Situazioni difficili, sommerse. Che sfociano poi in tragedie senza preavviso. Senza segnali che possano aiutare a capire. E, magari, a evitare il peggio. Come in questo caso. «Prevedere e prevenitrentina». re questi episodi — ammette Andreatta — è molto difficile. Forse impossibile. Proprio per l’immagine di normalità che caratterizza queste situazioni». Cosa è possibile fare quindi? «Credo — risponde il primo cittadino — che un esame di coscienza lo dobbiamo fare tutti. Non tanto per chiederci se questa tragedia poteva essere evitata. Quanto per capire quali siano le cose davvero importanti nella nostra vita. Quali siano le cose che danno senso. Una tragedia così, del resto, costringe a interrogarsi».
Anche l’amministrazione, da parte sua, si mette a disposizione per la famiglia colpita dal dramma. «Di sicuro il Comune, se ci sarà richiesto — assicura Andreatta — sarà accanto alle due persone che in questo momento sono maggiormente da tutelare. Vale a dire la mamma e la figlia».
Cordoglio anche da parte del vescovo Lauro Tisi. «Una simile tragedia familiare, con il suo indicibile carico di dolore, toglie il respiro» osserva il vescovo.
«Troppi interrogativi senza risposta — prosegue — si addensano in ciascuno di noi e fanno piombare in un silenzio incredulo l’intera comunità L’invito del vescovo alla comunità, «nell’incredulità», è quello di «essere uniti». «Chiediamo a Dio l’abbraccio — dice monsignor Tisi —, per sempre tenero e paterno, alle piccole vite spezzate. Consolazione per coloro che, improvvisamente, sono lacerati dall’assenza di volti e sguardi indimenticabili. Per ciascuno di noi, il dono di custodire la vita come il talento più prezioso, cogliendo spiragli di luce anche nel buio profondo. Viviamo, quanto più sappiamo sperare e infondere speranza».