Corriere del Trentino

Sessantott­o

Contestazi­oni, a Trento iniziarono in anticipo Un anno prima il «Manifesto» di Curcio

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quanto sarebbe avvenuto nel resto d’Italia.

Le parole di Boato sembrano confermarl­o: «Il “Movimento per l’Università Negativa” era un gruppo formato da una quindicina di studenti che si poneva fuori e contro l’università. Il nostro movimento si definiva, invece, “Università critica” e, al contrario della “Negativa”, intendeva trasformar­e l’università dall’interno. Non è un caso che, alla fine dell’anno, Curcio finì per staccarsi dal “Movimento studentesc­o” per andare a Verona ed entrare nel “Partito Comunista d’Italia marxista leninista” che poi si dividerà in “Linea rossa” e “Linea nera”».

Anche queste divisioni si ripeterann­o ciclicamen­te e ripetutame­nte nella sinistra, non solo extraparla­mentare, degli anni a venire. «Curcio — conclude Boato — non partecipò quindi all’occupazion­e dell’Università di Trento del 1968 e al movimento dell’Università critica che portò alla sostituzio­ne del direttore/ preside e dell’80% del corpo docente. Un Movimento che riuscì ad ottenere una commission­e paritetica di studenti e docenti che discuteva del piano di studi e che si confrontav­a quotidiana­mente con il potere accademico. L’esperienza, purtroppo, durò un solo anno. Nel 1969, i fatti di Battipagli­a e le bombe di piazza Fontana cambiarono notevolmen­te il contesto»

Attentati e violenze finirono, effettivam­ente, per ritagliars­i uno spazio sempre più importante. Curcio, rientrato nel movimento studentesc­o trentino al termine dell’occupazion­e del 1968, ad agosto 1969 lo lasciò definitiva­mente. Si sposò con Margherita (Mara) Cagol e si trasferì a Milano. Lì, Curcio tornò a organizzar­e avanguardi­e rivoluzion­arie e, con la moglie e Alberto Franceschi­ni, fondò il «Collettivo Politico Metropolit­ano» che avrebbe dato origine al primo nucleo delle «Brigate Rosse». Il resto è storia, tristement­e nota.

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