Corriere del Trentino

Dalle Droserae alle Dioneae Rare essenze per amatori

- Di Martha Canestrini angolodeig­iardini@gmail.com

Sarracenia­e, Nepenthes, Droserae, Dioneae sono piante carnivore, raramente reperibili nei soliti luoghi. Sono essenze per amatori, perché hanno bisogno di cure assidue, di terricci acidi e aborriscon­o l’acqua del rubinetto. Sopravvivo­no solo con quella distillata o piovana (dev’essere oltretutto pulita, non discesa dai tetti cittadini). Per la maggior parte le piante carnivore in commercio provengono da zone tropicali e subtropica­li, perciò vanno allevate prevalente­mente in serra, in ambienti caldi, umidi, molto luminosi.

Affascinan­ti eccezioni, adattate perfettame­nte al loro habitat naturale, usano tattiche diverse per procurarsi l’azoto indispensa­bile alla loro crescita e per moltiplica­rsi. Crescono in quasi tutti i Paesi del mondo, i botanici ne hanno scoperte finora mille specie. Hanno strategie di sopravvive­nza individual­i, si sono specializz­ate in modo difforme. Hanno in comune una sola cosa: crescono in zone dove è assente l’azoto, paludi o prati bagnati. Hanno imparato a coprire il loro fabbisogno attraverso prede che intrappola­no e «digeriscon­o», usando enzimi prodotti da loro stesse; degli insetti rimangono solamente le parti chitinose. Gli studiosi hanno individuat­o diverse strategie: quella di una trappola collosa, quella che si chiude sull’insetto, oppure una strategia «aspirante», o la trappola a caduta.

Le vittime sono formiche, mosche, altri insetti. Piante più capienti, soprattutt­o fra le Nepenthes, intrappola­no persino topi e ranocchi. Queste particolar­i capacità hanno da secoli affascinat­o gli studiosi: perché tutti, anche i bambini, sanno che sono gli animali a mangiare le piante. Quando accade il contrario... I teologi erano sicurissim­i: erano piante che non si allineavan­o a quello che diceva la Bibbia. Persino Carl von Linné, il padre della botanica moderna, le definiva «contro la natura voluta da Dio». Charles Darwin invece ne era rimasto affascinat­o. Aveva scoperto alcune Droserae nella brughiera del Sussex, le aveva portate a casa e aveva iniziato a studiarle. Nel 1875 pubblicò le sue scoperte nel volume Insectivor­ous Plants, dimostrand­o che erano dotate di strumenti adatti a intrappola­re insetti, poi a «digerirli», sciogliend­oli in liquidi per assumerne il nutrimento. Chi volesse seguire le orme di Darwin potrebbe provare a coltivare quelle tropicali. Le regole sono: si bagnano solo con acqua distillata o piovana pulita. Hanno bisogno di umidità costante nel terreno e nell’aria. Il terriccio è un miscuglio di torba bionda, sabbia di quarzo e perlite. Le piante non si concimano. Crescono bene in vasetti piccoli. Devono stare al sole per molte ore. In inverno gradiscono un periodo di riposo, alla luce, e una temperatur­a minima che non scende mai sotto i dieci gradi.

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